Guida SEO per principianti: 1 parte

corso seo principianti parte 1

Ottimizzare un sito web per i motori di ricerca è l’intento di chi si occupa di SEO. Queste ottimizzazioni ti permettono di posizionarti al meglio tra i risultati che l’utente ricerca online con i motori di ricerca. Conquistare o mantenere un buon posizionamento ha come beneficio di far notare, da più utenti, la tua attività ma, ricorda, è solo una parte di quello che è realmente la SEO – Search engine optimization.

Chi non si è mai imbattuto nel termine SEO?

Dall’imprenditore che vuole occuparsi della propria presenza online all’utente che naviga sul web. Tutti hanno sentito parlare, almeno una volta, di SEO! In questa breve guida composta da 5 articoli parleremo di molti argomenti tra cui: come google sceglie un sito da mostrare in prima pagina, quali sono i fattori di posizionamento, come individuare le parole chiavi del tuo sito, perché è importante avere link in ingresso da altri siti e altro ancora. Se vuoi sapere come ottimizzare il tuo sito web o come fare seo su  wordpress, non ti resta che continuare a leggere.

L’intento di ricerca e le Keywords

Quando abbiamo dei punti interrogativi ormai l’impulso comune è accedere ad internet e digitare sul browser, nel motore di ricerca preferito – es. google o bing – la “parola chiave” da cercare.
search intent nella ricerca
Possiamo dire che quello che ci aspettiamo di trovare è stato pensato in modo da soddisfare ciò che in gergo si chiama “intento di ricerca”. La SEO – search engine optimization – serve a tradurre le nostre ricerche, ottimizzandole, per gli “spider” al fine di soddisfare i nostri search intent al meglio. Nel prossimo articolo vedremo in dettaglio come strutturarlo. 

 

Cos’è la SERP?

corso seo 2017: i bot

I contenuti dei siti web sono estremamente importanti e vengono scritti per esser letti al meglio dagli utenti. Accanto a tutto ciò, il compito di chi si occupa di SEO, è quello di permettere al sito di emergere dalla marea di argomenti simili presenti su internet. Tutto qui?  Beh no, questo vuol dire incrociare il contenuto dell’articolo di un determinato sito, a quello che l’utente si aspetta di trovare con la sua ricerca; non è semplice ma vedremo come fare nel dettaglio più avanti.

Prima abbiamo visto il termine spider, non fa riferimento al fan club di spider man! Internet però possiamo vederla come una enorme ragnatela quindi, se hai pensato a questo, ben fatto! Gli spider detti anche “crawler” o “bot” sono degli algoritmi che scansionano i siti col compito di produrre un indicevisibile in serp, nel tuo display – sotto forma di elenco dei risultati a ricerca terminata; ognuno di quei risultati avrà una URL, un titolo e una descrizione – detta snippet.

 

Più avanti vedremo l’anatomia di uno snippet ma nel frattempo spieghiamo l’immagine sopra.

  • Dove notiamo la scritta “Position zero“:
    nella SEO la position zero è molto ambita. Perchè? E’ il risultato che appare prima di tutto e che dovrebbe rispondere al tuo interrogativo di ricerca. In genere appare qui l’articolo che Big G vuole premiare – per attinenza di informazioni – estraendone automaticamente una parte dal sito.
  • Nello snippet invece potremo identificare – se c’è la scritta “Ann.” – gli annunci a pagamento [SEM – search engine marketing] oppure i risultati organici a cui ci si arriva col posizionamento SEO.

Non tutti i parametri presi in considerazione da google e gli altri motori sono noti, quindi a risultati fatti sapremo dove siamo posizionati, e nessuno può prevedere o prometterti il primo posto!

 

White hat e Black Hat

Quando senti parlare di white-hat seo ci si riferisce a best practice da applicare per far emergere il sito web; cosa che non avviene nel secondo caso: Il black-hat tende a trovare degli escamotage per posizionare il sito, più velocemente, nei primi posti della SERP; è rischiosa come tecnica perchè si può incorrere in penalizzazioni – che fanno sprofondare il sito in ultima pagina.

 

Anatomia dello Snippet

snippet ricerca

I risultati delle nostre ricerche vengono mostrati sul browser con 3 parti essenziali: Titolo, URL di destinazione ed una descrizione. Più avanti vedremo nel dettaglio come scrivere queste informazioni, al momento serve memorizzare bene le parti in rosso: meta title ovvero il titolo – che deve esser il più possibile accattivante per attrarre l’utente nel sito – e la meta description – che aiuterà a dare un’anteprima dell’argomento del post trovato. Su wordpress ed in altri CMS è possibile con dei plugin come Yoast, modificare meta title e description, che altrimenti vanno modificati a mano.

Il motore di ricerca, se semplifichiamo un po’ le cose, è un’enorme indice di quella che è una enciclopedia mondiale di siti. I bot infatti scansionano ogni contenuto saltando da un sito all’altro, tramite i collegamenti ipertestuali, e aggiornano di volta in volta questi indici.

Accedendo a google ci troviamo dentro un enorme aeroporto. Facciamo scali in diverse aree del web, collegate attraverso gli URL, per poi fermarci in una pagina che ci aggrada. Non trovi che questo meccanismo sia affascinante?
Detto questo i prossimi argomenti trattati saranno leggermente più pratici, e riguarderanno appunto:

  • l’intento di ricerca;
  • follow o no follow… è questo il problema;
  • la scelta delle parole chiave per ottimizzare i siti ed i fattori che vengono presi in considerazione dai motori di ricerca – influenzandoli nel posizionamento;
  • i tools più gettonati per wordpress – e non solo.

Per il momento è tutto, se sei arrivato fin qui hai tutte nozioni base che servono per affrontare questo mini corso! Spero che questa introduzione alla SEO per principianti abbia fatto chiarezza per quanto riguarda, in linea generale, il posizionamento e la SEO. Se questo articolo ti è stato utile condividi e seguimi nel prossimo che parlerà dell’intento di ricerca e dei fattori di ranking

Ai confini dell’hosting: l’off-shore

oceano hosting off shore

Per ospitare contenuti online è necessario acquistare uno spazio hosting, fin qui nulla di nuovo. L’host potrebbe essere visto quindi come l’equivalente di un enorme “magazzino”. Accumula informazioni nel proprio server per poi renderle disponibili, ai suoi utilizzatori, tramite un URL (www.nome-sito-esempio.it).

Quando si effettua il pagamento dello spazio web per usufruire del servizio host, del nostro blog o sito web professionale, si sceglie anche il nome al dominio e il suffisso TLD – top level domain. Si, quella che volgarmente ho chiamato prima URL per i meno esperti.

Ma chi offre questi servizi?

Esistono molte società che offrono a pagamento o in modo gratuito uno spazio nei propri server per gli utenti che ne fanno richiesta. Quando i server che ci danno la possibilità di inserire le informazioni su internet sono dislocati, in modo strategico, in paesi al di fuori della comunità europea parliamo di Off-Shore

Perchè questa strategia?

Le normative in Europa sono chiare. Per le società, che erogano questi servizi, ci sono delle regole da rispettare; soprattutto quando si parla di cloud l’utente ha il diritto in ogni istante di sapere dove sono ospitati i propri dati e come sono trattati. Basta però spostarsi oltre oceano…L’offshore sta a significare che acquistiamo spazio da questi server – posti in varie parti del mondo – in cui la normativa per i diritti d’autore non viene rispettata del tutto o non ha la stessa valenza che viene attribuita all’interno della comunità europea.

Che differenze ci sono con gli hosting “tradizionali”?

Comprare un hosting offshore da la possibilità di caricare qualsiasi tipo di file! senza doversi preoccupare troppo. Vuoi un esempio? Immagino ricorderai Megavideo oppure i siti che offrono streaming di film appena usciti.
Quanto detto può risultare attraente ma davvero siamo disposti a lasciare i nostri dati oltre oceano senza alcuna sicurezza? Per una lista di hosting off-shore e appronfondimenti visita il sito

Disservizi hosting: come affrontarli?

disservizi hosting segnalazioni

In questi giorni alcuni servizi di hosting hanno avuto delle criticità probabilmente a causa dei numerosi attacchi di cui si è parlato nell’ultimo periodo. Diversi siti web sono rimasti per qualche ora irraggiungibili. L’obiettivo di questo articolo è prendere spunto da questa vicenda per far prendere coscienza del disservizio all’utente e capire come fronteggiarlo.

Cos’è un disservizio?

Prendiamo per un attimo come riferimento le app come telegram o whatsapp. Ti è mai capitato di avere problemi con i software di messaggistica istantanea? Utilizzando sempre un servizio/app ci accorgiamo che “qualcosa non va” rispetto al solito da diversi segnali: i nostri messaggi risultato non consegnati/non riusciamo a riceverne di nuovi, ci sono dei rallentamenti o addirittura la linea dell’app è assente… Qualcosa di simile accade anche quando spostiamo l’attenzione ai siti internet.

Prima di allarmarci però è bene prendere info da chi è a conoscenza della reale situazione: il nostro gestore dei servizi hosting. La modalità con cui ci si “attiva” per capire se i programmi di messaggistica istantanea non funzionano, ancora una volta, ci viene in aiuto.

Gli step che un normale utente compie in una situazione di disservizio di un’app non risultano poi cosi diversi da quelli che dovremmo effettuare perciò vediamoli:

  • capire se il problema è sul proprio smartphone/rete internet
  • cercare informazioni sui motori di ricerca: al fine di stabilire se il nostro si tratta di un caso isolato o se, come spesso avviene per i disservizi, è un problema comune ad altri utenti
  • aspettare qualche post sull’argomento ed i commenti di chi ha il tuo stesso problema su quell’app/hosting
  • correre ai ripari: installare altre applicazioni o utilizzare altre modalità di comunicazione.

Nel mio caso è bastato recarmi nel sito web del gestore che offre lo spazio hosting al portale andato off-line e una volta effettuato il login ho verificato lo stato della rete. Altri gestori invece preferiscono l’utilizzo di canali appositi come: blog o social come twitter; che per la sua natura è molto utilizzato in questi casi.

Il campanello d’allarme

Il sitoweb in questione risultava inattivo. La prima cosa che ho controllato è stato il rinnovo del servizio che risultava acquistato per tutto l’anno. La scritta di errore che appariva provando ad accedere al sito, a fine URL, era la seguente:

cgi-sys/suspendedpage.cgi

Mentre nel corpo della pagina era presente un ulteriore scritta di alert account sospeso.
Ovviamente anche l’accesso a ftp e webmail erano offline. Il servizio si è ripristinato nel giro di un’ora; per chiarezza ho aperto un ticket per avere ulteriori delucidazioni. Nei giorni successivi ho riscontrato nel collegamento allo stesso sito una schermata nera, che anche qui per fortuna nel giro di 20min è sparita. Il sito e tutti i servizi collegati sono nuovamente funzionanti.

Come gestire una situazione critica se sei un’azienda

Twitter è un’ottimo canale da utilizzare quando ogni altro nostro servizio è offline. Molti credono che sia uno svantaggio comunicare una propria debolezza. Perché mettere tutti al corrente di un eventuale stato critico? Assumersi la responsabilità di dire chiaramente come stanno le cose e promettere il ripristino dei servizi – come nel caso del gestore hosting in esame – è per quanto mi riguarda, sintomo di serietà. Molte grandi aziende di software e hardware adottano infatti questo comportamento attraverso media come twitter.

Quindi se ti accorgi che il tuo sitoweb non si apre più o la mail, ad esso associata, non funziona di punto in bianco, hai strani errori nella home page ecc per prima cosa parlane a chi cura per te tali servizi. Se sei una azienda avrai sicuramente:

  • un’agenzia o un freelance di riferimento loro in caso potranno se ritengono opportuno segnarlo al servizio di hosting; aprendo un ticket.
  • se non è così controlla i canali del gestore del tuo spazio – ed eventualmente i FAQ – e vedi che non ci sia un intervento di manutenzione o un disservizio segnalato in tale giorno.

Servizi di Cloud Hosting: cosa tenere in considerazione?

La SLA o in italiano Accordo sul Livello del Servizio negli hosting cloud ha una certa rilevanza. Un parametro da considerare è inoltre l’uptime 99.99% è una buona garanzia.

Trucchi per le ricerche su google

ricerche avanzate con operatori di ricerca

Cercare qualcosa su internet è relativamente semplice, ma in realtà quante ricerche occorrono davvero per trovare il risultato desiderato? Se ti capita spesso di non trovare subito ciò che cerchi o vuoi sapere qualche “trucco risparmia tempo” questo breve articolo è scritto per te!

Cos’è il search intent?

Quando apriamo un motore di ricerca (Search Engine) ed inseriamo le “parole chiave” che crediamo rispecchino al meglio ciò che desideriamo trovare, si parla di “search intent”. Google e Bing non fanno altro che cercare di tradurre il nostro intento di ricerca in risultati appetibili!

Nel completare la ricerca – fase di search – le parole dell’utente verranno tradotte e rapportate alle categorie di ricerca a cui il SE ha associato tutti i siti presenti sul web. Il risultato sarà un elenco consultabile di siti web attinenti il più possibile al search intent.
Facciamo un esempio:
apple-trucchi-ricerche-google

Apple, che è una parola “generica”, viene individuata come appartenente a più categorie, quindi non possiamo aspettarci un risultato specifico.
Se scrivessimo invece: Apple Iphone 7

i risultati sarebbero molto più specifici e riusciremmo a raggiungere le informazioni che cerchiamo perchè le parole chiave utilizzate sono più dettagliate.

Aeroporti internazionali e motori di ricerca?

Una volta avviata la ricerca, restiamo per poco tempo all’interno del Search Engine (motore di ricerca) prima di spostarci nelle pagine dei risultati che ci fornirà. E’ per questo che possiamo paragonare la pagina iniziale di ricerca dei motori agli enormi aeroporti internazionali; modello hub&spoke. L’Hub è un perno di congiunzione con tutto il resto del mondo o, nel nostro caso, con un enorme elenco di siti web consultabili sui quali atterrare.
Concentriamoci ora sui risultati della SERP: la pagina dove comunemente vediamo i siti elencati da Google o Bing dopo aver dato il via alla ricerca.

Vogliamo risparmiare tempo

Per far capire al motore di ricerca qual è il risultato che ci occorre, possiamo utilizzare dei “trucchi” per non perdere troppo tempo tra i risultati mostrati. Ecco alcuni “operatori di ricerca avanzata” (attenzione a non aggiungere spazi dopo i due punti).

intitle:parola chiave

Consente di cercare all’interno della SERP i titoli che hanno le parole chiave inserite subito dopo i due punti.
 

parola chiave site:www.sitoweb.it

In questo modo andremo a capire se nel sito web inserito dopo i due punti sono presenti pagine che rispondono alle parole chiave che abbiamo indicato.
 

sito:.it

Scremiamo i vari siti web ottenendo solo quelli che si presentano con .it (in questo caso).
 

parola da cercare -risultato indesiderato

Il segno meno, prima di una parola di ricerca, esclude quella parola dai risultati.
 

parola chiave filetype:estensione_file

Indicare un’estensione specifica indirizza direttamente verso i siti che contengono quella tipologia di file.
 

related:url

Viene utilizzato per trovare siti simili ad altri siti.
 

da valore a valore

Esegue conversioni tra unità di misura, valute, metodi di colore ecc.
 

prezzo minimo..prezzo massimo

L’operatore con i due punti “..” permette di trovare i risultati filtrandoli per intervallo di prezzo indicato.
 

cinema/voli/meteo parola chiave

In questo caso capita spesso che la “parola chiave” va sostituita con il nome di una città.
  

Approfondimenti:
Google mette a disposizione delle pagine di ricerca avanzata e info su come cercare sul motore di ricerca. Per quanto riguarda invece le features questo articolo riprende quanto detto precedentemente 😉
 

Il traffico fantasma su analytics: i ghost referral spam

ghost spam ga

ghost referral spam

 

Cosa si intende per “referral” fantasma?

Navigando si effettuano diverse operazioni. Cliccare su un link che indirizza ad una nuova pagina, ad esempio, è una di queste.
Il sito da cui proveniamo, che ci reindirizza al nuovo, è un “referrer”. L’atto di cliccare su di un link, un banner ecc fa di noi dei “referral”.

In questo passaggio da un sito ad un altro, molte informazioni vengono registrate a fini statistici. Se l’utente però in realtà non esiste, ma è un bot, queste informazioni non sono “reali” ma vengono dette “fantasma”! Il risultato è che falsano le rilevazioni di google analytics.

Da notare che i bot che inviano a GA valori falsi, senza visitare il sito, fan parte del ghost spam. Ce ne potrebbero però esser altri che, generano visite fasulle, accedendo però realmente al portale.

Ora, qualche utente potrebbe dire, poco male ho delle visite registrate in più! Quelle visite non esistono se si tratta di referral fantasmi, e si nota da diversi fattori. Le colonne in arancione, nello screen seguente, contengono l’estratto di GA da valutare:

ghost referral spam
Riepilogando se vi è capitato di notare del traffico “sospetto”, controllando su analytics le visite al vostro portale web, dovrete stabilire se si tratta davvero di “ghost referral spam”, e in caso porvi rimedio. Alcuni campanelli d’allarme da tener presenti sono:

  • il dominio – ad esempio: abc.xyz, boltalko.xyz, ecc (un piccolo appunto: risulta “unknow” o “not-set” come host nella sezione “dimensioni” di ga nella maggior parte dei casi presi in esame)
  • la frequenza di rimbalzo – alta o allo 0 %
  • la durata – spesso tra 0.00.00 e 1.

Tali valori vanno analizzati nell’insieme!

Per chi non ha mai visto questi dati, potrebbero non esserci differenze tra una situazione normale (generata da visite vere) e una che viene a crearsi a seguito di un bot; ci vuole dunque “l’occhio”. Con il tempo però verrà palese notare la differenza tra traffico “artificiale” e non.

Detto questo se non avete mai fatto caso alle statistiche andate su Analytics in Acquisizioni > Referral e ci saranno tutte le informazioni che occorre analizzare. Bloccare il sito che riporta al vostro, nel fenomeno di cui stiamo accennando, non ha molto senso, è sconsigliato.

Una soluzione per chi usa CMS, potrebbe essere installare dei plug-in che si occupano di “arginare” il tutto (o almeno ci provano…in quanto non funzionano sempre come sperato). Mentre la soluzione ottimale è utilizzare Google Analytics stesso, impostando dei filtri; il consiglio è utilizzare le “viste” in abbinamento per mantenere un confronto tra prima e dopo filtro.
Eccoci arrivati alla conclusione di questa breve introduzione ai ghost referral spam (o traffico fantasma) rivolto ai meno esperti.

Non preoccupatevi se inizialmente sarà difficile orientarsi sui dati… Good Luck!

Vuoi realizzare un sito web? Sicuro sia la scelta giusta?

Avere una propria risorsa online come un sito web è conveniente! Permette a coloro che possiedono un’attività, di apparire tra i risultati dei motori di ricerca (Ask, Bing, Google, Yahoo, Yandex ecc) e dare la sensazione all’utente di essere una risorsa autorevole. Perchè non mettere allora i riflettori sul proprio negozio e attirare nuovi clienti?!

Esser presenti online offre l’opportunità di incrementare gli utili di qualsiasi attività! Anche la tua! Ma il sito è l’unico strumento per farti trovare su internet o ce ne sono diversi?
Per capire intanto se un sito web è la scelta giusta per ciò che svolgi parliamo brevemente di come funzionano le ricerche nel mondo virtuale.

Come vengono trovate le informazione su internet?!

Un esempio di “query” di ricerca potrebbe essere “realizzare siti web a reggio calabria” (scommetto sei approdato in questa pagina cosi!). Le query vanno digitate tramite browser sul tuo motore di ricerca preferito. Supponiamo di aver dato “invio” ad una ricerca qualsiasi, con le parole chiave che ci sembrano più opportune o digitiamo la query vista in precedenza. Vedremo due tipi di risultati: organici ed a pagamento.

La differenza sostanziale è che, per apparire in quelli organici, il sito ha alle sue spalle un buon lavoro di SEO (ottimizzazione delle parole chiave relative al tuo sito web). Ti stai chiedendo come si effettua?
Parallelamente alla progettazione del sito ci sarà un esperto SEO che studierà i tuoi “concorrenti” e la migliore strategia per portare il sito tra le prime posizione! Il SEO però è un lavoro a lungo raggio! Quelli a pagamento invece danno risultati immediati e funzionano ad “aste”.

La pubblicità online si ottiene con un lavoro di SEM (tramite delle campagne pubblicitarie ad-hoc); che possono essere di diverso tipo. Questo metodo serve, sempre relativamente alle parole chiave scelte, a portare i tuoi annunci in alto ma tra i risultati sponsorizzati.

creazione siti web reggio calabria

Su internet ci sono molte soluzioni per avere un proprio spazio e apparire tra i risultati di ricerca.

Un sito web è uno spazio in evoluzione! Raccoglie informazioni sul negozio di cui tratta: articoli, foto, video ecc. Può contenere link ad altri servizi come al canale youtube, twitter e altri social.

Per queste ragioni va aggiornato con cura, non può esser messo online e dimenticato. Perché? Beh i motori di ricerca, che agiscono guidati da algoritmi che scansionano le pagine web di continuo, si potrebbero, per farla breve, “dimenticare” del tuo portale!

Con l’avvento dei social network si è sempre più connessi! Molti utilizzano tali servizi creando delle pagine (facebook o google plus ecc) facili da gestire, che consentono di attirare persone. I social sono fatti per le persone è dunque essenziale, se scegli questa possibilità, offrire notizie “pertinenti” alla tua attività, non ripetitive o difficili da capire. Sempre gli stessi articoli chi sarebbe disposto a leggerli?!

A tal proposito, pagine più affermate possono dare i giusti input da seguire. Chi naviga e mette “like” o riceve i tuoi aggiornamenti tornerà a visitarti solo se ad esempio posti:

  • Notizie interessanti;
  • Non troppo complesse;
  • Video accattivanti ;
  • Link correlati ad attività simili alle tue.

Anche dettagli poco rilevanti per te (come i retroscena della tua attività) sono importanti per chi non conosce il tuo lavoro!

Come si arriva al prodotto finale che vendi?

Un artista, un artigiano o chi ha qualcosa da mostrare come qualche dettaglio della sua produzione può, ad esempio, inserire un “how it’s made”!

Ti sei mai chiesto che sistema operativo visita le tua pagine web? Chi sia il browser più affermato nella cerchia dei tuoi clienti? O magari se il sito è facile da caricare sui tablet? Ormai si è connessi spesso con dispositivi mobili! Chi ha qualche minuto per navigare in rete è probabile sia “online” da “mobile”!

Una buona rilevanza è data anche dalle immagini! Puoi gestire da te il sito ma devi fare attenzionese non sai ottimizzare le tue foto per il web ad esempio, non è sempre una buona scelta il “self-service”!

realizzare siti web reggio calabria

Riepilogando:

I siti web non sono l’unico modo per farsi conoscere! Servizi come Google my business o quelli di Bing places, possono farti apparire sul web. Per iniziare una pagina sui social network può attrarre molti visitatori e per chi necessita di mostrare foto, video e altro, esistono dei canali appositi a cui far riferimento. Ciò non toglie che spesso tutte queste opzioni e molte altre ad esempio, offrire servizi di e-commerce, newsletters ecc, si svolgono prevalentemente tramite sito web.

 

Non sai come avvalerti di queste e delle altre opzioni che il web può offrirti?
Vuoi realizzare il tuo sito internet?! Lavoro spesso da remoto (non preoccuparti della tua posizione geografica)

Contattami per un preventivo gratuito

 

Come installare brush in photoshop

Cosa sono i pennelli ma soprattutto a cosa servono?

Esattamente come nel disegno i pennelli, o brush in inglese, sono la base di partenza per dipingere, scrivere o decorare le nostre opere digitali. Sono importanti perchè spesso semplificano alcune operazioni su Photoshop. Appena scelto il brush da utilizzare è possibile poi settare diversi parametri, come la grandezza in pixel del tratto, la morbidezza ecc. Il formato utilizzato da Photoshop per aprire o salvare un set di pennelli ha estensione ABR. Quindi ogni volta che vedremo file di questo tipo sapremo a cosa si riferiscono. Per esempio un file denominato “fiori.abr” racchiuderà dei brush a tema floreale.

Come installarli?

Per prima cosa dobbiamo trovare dei pennelli tramite un motore di ricerca, o in siti appositi; ne esistono moltissimi. Un sito utile a tal proposito potrebbe essere brusheezy. Come in ogni sito simile a quello consigliato, una parte di pennelli sarà “premium” (quindi da acquistare), ed i restanti disponibili al download.

Dopo una breve ricerca per “flower” cioè fiori, ho scaricato il seguente set di pennelli freeware. Spesso il formato ABR che serve è dentro un archivio .zip/rar. Una volta scompattato il tutto (con winrar, 7zip, winzip o software simili) sarà visibile il nostro file. Nello screenshot di seguito vedremo che “flowerbrushes.abr” pronto all’uso avrà quest’aspetto:

abr-file-example

 

A questo punto le opzioni sono due:

  1. Aprire Photoshop e, una volta avviato, effettuare doppio click sul file ABR, riavviando poi il programma di grafica.
  2. Inserire il file ABR nella cartella dei pennelli di photoshop.

Aprendo il software di grafica, se i passaggi sono stati effettuati correttamente, tra i pennelli saranno selezionabili quelli appena aggiunti. A volte i set vanno caricati in schermata, assieme ad i pennelli esistenti. E’ possibile aggiungerli o sostituirli a quelli in uso, scegliendoli per nome dal tasto verde mostrato in figura sotto:

pennelli_brush_add

 

Questa invece è la cartella, di cui accennato al punto “2”, in cui aggiungere manualmente i set brush; in windows 8.1 si trova all’interno di presents > brushes

Installare pennelli in photoshop

Good luck!

 

Scrivere sui tracciati con photoshop

scrivere su tracciato adobe

Stanchi dei soliti testi? 

E’ possibile creare delle scritte che seguano un andamento definito da un tracciato, utilizzando lo strumento penna disponibile su Photoshop! Per iniziare utilizzerò uno sfondo per computer scaricabile a questo indirizzo in versione free; la scelta è facoltativa, è possibile infatti aprire Photoshop ed una finestra di lavoro senza importare alcuno sfondo (Ctrl+N crea un file nuovo).

Supponendo che si voglia scrivere su un’immagine, una volta aperta (File > Apri oppure Ctrl+O sulla tastiera se il sistema operativo in uso è windows), le possibilità su quest’ultima sono due: utilizzare lo strumento penna a mano libera oppure lo strumento penna. Settiamo strumento penna (premendo P da tastiera ad esempio). Se i passaggi sono stati tutti effettuati in maniera esatta, la vostra schermata di photoshop sarà simile a questa:

tracciati su photoshop

In alto va selezionato “tracciati”, come in figura, adesso è possibile creare il tracciato su cui scrivere il testo. Quando si crea un tracciato o una curva, il punto finale (come in figura), sarà ad esempio quello a metà tra il punto “1” e “2”. Quella appena creata è una curva detta di Bezier! Infatti si notano immediatamente delle “maniglie”; queste serviranno a variare la pendenza e l’andamento della curva disegnata. Si può continuare ad aggiungere punti nel tracciato ma le maniglie, a volte, possono essere di intralcio al risultato che si vuole ottenere.

Come vanno eliminate?

Tenendo premuto da tastiera “ALT” e, supponendo di voler togliere la maniglia “2”, si effettuerà un click col mouse nel punto finale (quello in mezzo ai valori uno e due).

Curva di Bezier

Anche se inizialmente sembra difficile da gestire, la curva di Bezier, rappresenta uno strumento potente sia in Photoshop che in Illustrator! Per visionare meglio i tracciati è utile attivare nel menù in alto da Finestra > Tracciati la tendina relativa ai “tracciati di lavoro”. Siete pronti a scrivere? Selezionando dagli strumenti “T” lo strumento testo, e avvicinando il cursore al tracciato, cliccandoci, si può procedere alla scrittura…

curva tracciati photoshop_

Se non entra il testo interamente?

Sotto lo strumento testo si selezioni, come in figura, lo strumento “seleziona tracciato” che ha la forma di una freccia, quest’ultima permette, come si evince dal punto “3”, di allargare lo spazio destinato al testo!

curve e tracciati photoshop

Altro problema, riscontrato con determinati tipi di scrittura riguarda il testo. Se non si visualizza durante la fase di scrittura nel foglio di lavoro, come risolvere il problema? Controllate nella palette  “livelli”, le lettere digitate si vedono in anteprima ma non sono visualizzate sul tracciato?!  Se questo accade, provate a utilizzare una scrittura non troppo particolare! Se riuscirete a scrivere sul tracciato, modificherete in seguito il “font” con quello che più vi piace! Scrivere su un tracciato è più semplice di quanto si possa pensare, provateci!

scrivere su un tracciato