Come scrivere un articolo ottimizzato per la SEO

C’è ancora molta confusione e insicurezza quando si tratta di scrivere testi ottimizzati SEO questo perché la maggior parte delle persone ancora è ignaro di cosa sia SEO e ne sottovaluta la sua potenza ma anche perché nessun motore di ricerca ha dato delle linee guida da seguire. Quindi una guida su come scrivere un testo ottimizzato SEO si basa sull’esperienza e sui dati che sono stati studiati dagli esperti del settore e da chi oggi ricopre la professione di copywriter SEO. In questo testo andremo perciò a definire cos’è SEO e come possiamo utilizzarlo al meglio per realizzare dei testi perfettamente ottimizzati.

Che cos’è SEO?

SEO è un insieme di linee guida e strategie che possiamo applicare ai nostri siti web per poter ottenere maggiore visibilità da parte dei motori di ricerca. Come saprai i vari motori di ricerca, come Google, utilizzano degli algoritmi per identificare un sito interessante e performante per gli utenti. Più il tuo sito ottiene un punteggio alto e più si troverà alto nelle varie SERP, ossia le pagine generate dopo la ricerca di un utente. Tra le varie strategie da utilizzare c’è anche la scrittura di articoli in ottica SEO che permettono di migliorare l’indicizzazione attraendo un traffico maggiore al nostro sito web.

Tutto inizia da un argomento

Ebbene sì, tutto parte da un argomento che può essere un argomento generico o specifico ma che in qualche modo riguardi il nostro sito web. Questo argomento potrà essere trattato nelle pagine del blog, e quindi starai scrivendo un articolo per il tuo blog, oppure all’interno delle pagine statiche del sito, anche questi testi devono essere scritti in ottica SEO. Per poter scegliere un argomento è ovvio che ci sono dei parametri da rispettare e quindi:

  • deve essere inerente al nostro sito web;
  • deve essere fatta una scelta con un piano editoriale o marketing ben preciso.

Non è infatti una singola azione a premiare il nostro sito web e a posizionarlo nelle prime posizioni della SERP, ma una serie di azioni che ci garantiscono un sito agli occhi di tutti perfettamente funzionante e di interesse.
L’argomento perciò deve essere interessante e di utilità per il lettore, Google come tutti gli altri motori di ricerca premiano testi ben scritti ma che possano dare un valore aggiunto al mondo digitale. Una volta scelto l’argomento si passerà al passo successivo: la keyword.

home page del tool ubersuggest

 


La keyword

Anche conosciuta con il termine di parola chiave è il vocabolo intorno al quale gira tutto il testo e che noi forniremo ai motori di ricerca per identificare l’argomento del testo. C’è sempre una prima keyword principale e poi ci sono delle secondarie. La keyword principale sarà presente nel titolo, in alcuni dei sottotitoli ma anche nel testo. Dovrà risultare naturale e spontanea e mai forzata. Se stiamo scrivendo un testo per la nostra panetteria, una keyword potrebbe essere Panetteria a Roma (o qualsiasi altra città vi troviate). Nella descrizione della nostra panetteria non solo andremo a ripetere la key principale “Panetteria a Roma” ma andremo ad aggiungere, sempre in modo naturale e spontaneo, anche una serie di keyword secondarie. Ecco perché in questi casi ci si affida a strumenti esterni che eseguano una ricerca delle key principali insieme a quelle correlate prima di scrivere un articolo.


Il testo: contenuto e struttura

Il contenuto del testo dovrà essere, come abbiamo già detto, interessante ed informativo per chi lo legge. Dovrà anche essere scritto bene, quindi in un italiano quasi perfetto. Il linguaggio dovrà essere semplice e comprensibile per tutti, a meno che non stiamo scrivendo per una nicchia di professionisti specifici.

Se vogliamo dare un valore indicativo al testo 500 parole, in molti casi, permettono già di affrontare bene un determinato argomento. Non è necessario dilungarsi più del dovuto e presentare testi di 3 mila o più parole che potrebbero risultare pesanti e difficili da leggere. La qualità di un post agli occhi dei motori di ricerca non è data dal numero di parole usate bensì dal valore del contenuto.

 

Tutto il testo dovrà essere organizzato con vari sottotitoli è richiesto sempre almeno un “H2” e poi possiamo scegliere “H3” o “H4” in base alle esigenze. Ogni sottotitolo dovrà rispondere ad una possibile domanda di un utente. Non presentare blocchi unici di testo ma suddividili in paragrafi da tre o quattro righe al massimo, in questo modo non appesantirai la lettura. Quando puoi utilizza gli elenchi puntati ed è sempre bene formattare il testo. Con formattazione del testo si intende grassetti e corsivi per evidenziare i punti salienti del tuo articolo. Chiudi sempre l’articolo invitando l’utente ad un’azione, magari a condividere il testo o a lasciarti la sua opinione su quanto ha letto.


Inserire sempre link interni e link esterni.

Ogni testo deve contenere almeno ad un link interno al tuo sito web che possa riportare alla home page o ad un argomento correlato a ciò di cui stai trattando all’interno del testo. Ma dovrà anche contenere un link esterno che rimandi ad un approfondimento della tematica affrontata.
Attenzione a quest’ultimo cercate sempre di linkare siti web che abbia buone metriche e state lontani da quelli che invece hanno una pessima reputazione, perché potrebbe risentirne anche il vostro sito web.

Se sei interessato ad ottenere link entrata verso il tuo sito o, semplicemente, vuoi scoprire qualcosa in più sul funzionamento dei “link” nella SEO, dai un’occhiata al mio articolo sulla link building.


Il titolo deve essere attraente

Oltre a contenere la keyword principale, il titolo perfetto deve attrarre il lettore. Sarà infatti ciò con cui entrerà in contatto immediato e sarà dalla lettura del titolo che deciderà se vale la pena leggere l’intero testo oppure no. Attenzione però a non scrivere titoli troppo lunghi. Per fare presa sul pubblico valuta di utilizzare alcuni accorgimenti, tra cui:

    • I numeri
      Sono utilissimi ed attraggono moltissimo, ecco un piccolo esempio “Le 10 tendenze grafiche di cui si parlerà nel 2021”. Lo cliccheresti?
    • La regola delle 5w
      Usata molto dai giornalisti per impostare un articolo, può tornarci utile anche per i nostri titoli.
    • Parole ipnotiche da utilizzare
      Hanno molta presa se inserite correttamente in una frase le parole “come” e “perchè”.


Metadescription

C’è chi pensa che ormai sia irrilevante compilare questo campo ma in realtà può ancora essere utile. Chiamiamola pure per quello che è: un riassunto di due righe dell’intero argomento trattato che deve dare la spinta finale all’utente per capire se è ciò che cercava. Quindi fate attenzione alle parole che sceglierete per scriverla e ricordate che anche qui ci deve sempre essere la keyword principale.


Permalink

Il permalink è il link del testo che stiamo scrivendo, dovrà contenere la keyword e dovrà essere breve, immediato e molto chiaro. Quindi sceglietelo con cura, su alcune piattaforme è già inserito automaticamente ma potete sempre modificarlo.

Se utilizzi un CMS come WordPress è semplice modificare i parametri visti soprattutto utilizzando dei plugin come Yoast.

 


I file media

tiny png per comprimere le immagini

Ogni buon testo è accompagnato da foto, immagini o video. Assicurati che siano di qualità, leggeri e che carichino velocemente. Dovranno essere inerenti all’argomento trattato e dovrai inserire all’interno del loro titolo la keyword principale.
Esistono molti metodi per ottimizzare le immagini, ti consiglio di dare uno sguardo a TinyPNG, oppure se utilizzi WordPress a dei servizi come Imagify ed EWWW Optimizer.

Ora sei pronto anche tu per iniziare a scrivere testi in ottica SEO, ci vorrà del tempo ma vedrai che presto tutto ti verrà automatico.

 

Hai già un sito web avviato e ti serve una consulenza tecnica? Nessun problema contattami

 

 

Gli aggregatori di ricerca

gli aggregatori di ricerca e il tempo

Cos’è e cosa fa un aggregatore?

Esistono molte informazioni online a cui possiamo accedere, forse troppe. Navigando hai mai avuto la sensazione di perdere la bussola durante la ricerca di un contenuto?

E’ partendo da questo problema che sono nati gli “aggregatori”: motori di ricerca o autentici portali il cui focus è quello di cercare in modo circoscritto (per “settori di interesse” e “parole chiavi”), annunci o contenuti.
Parliamo di una sorta di “motore di ricerca” dentro i motori di ricerca, questi aggregatori altro non sono che degli enormi “silos” che analizzano internet per riproporlo in modo più “semplificato”.

Adesso che sai a cosa serve un aggregatore e quale logica utilizza vediamo insieme perché, ultimamente, sono così gettonati. Quanti tipi di aggregatori esistono ad oggi?

 

Aggregare i contenuti

Il termine tecnico di queste applicazioni è aggregatori di meta-dati, un concetto che se lavori in ambito web ti è familiare. Per chi invece non ne ha mai sentito parlare, i meta dati sono dei “codici” utilizzati per descrivere le tipologie di contenuti online: una sorta di “etichette” o indicazioni se vogliamo, per chi andrà a trattare quel dato, tipicamente per (ro)bot e simili.

Quando vuoi restare sempre aggiornato su un dato argomento, ad esempio attualità, politica, o le news sportive, hai diverse possibilità.
La prima, molto banalmente, ti costringe a cercare online ogni giorno contenuti nuovi in maniera manuale, ma alla lunga può essere un’attività logorante. Così i motori di ricerca come Google iniziarono, nel lontano 2003, a lanciare delle soluzioni come gli Alert, antenati di Google Feed per alcuni versi.
Se apri la pagina web del tuo giornale preferito troverai certamente un’area dedicata ai Feed (o una scritta RSS, un formato). Questi ultimi sono pensati in modo da tenerti aggiornato costantemente sugli argomenti che verranno via via pubblicati online per un certo “settore”, ad esempio potresti impostare “sport” per leggere periodicamente tutte le news sportive.

 

Viaggiare: gli aggregatori di offerte ed annunci

Hai mai prenotato online un hotel oppure acquistato in offerta i biglietti del tuo prossimo viaggio in aereo? Le OTA sono le “nuove agenzie di viaggio”, e si trovano solo online. Un altro esempio di come gli aggregatori vengono utilizzati per semplificarti la vita, in questo caso però accanto agli algoritmi ci sono degli accordi commerciali. Le OTA sono degli intermediari, offrono visibilità agli annunci di molte strutture turistiche e questo servizio avrà, per gli albergatori che aderiscono, un costo in percentuale.

 

Trovare offerte di lavoro

Esistono molte piattaforme che ci aiutano a valutare le offerte di lavoro, offrendoci le più rilevanti o inviandoci persino gli aggiornamenti (tramite servizi di newsletter) delle nuove candidature aperte, quelle appena inserite dalle aziende per una certa categoria, da noi scelta.

La ricerca di offerte di lavoro e lo scambio di informazioni online sono più immediate con gli aggregatori. Questi troveranno per te, scansionando il loro database interno e gli altri portali o motori di ricerca, gli annunci pertinenti al tuo search intent.
Se utilizzi piattaforme simili, noterai spesso che le parole che cerchi vengono “marcate” un po’ come avviene su google: un’ottima tattica dunque per ottimizzare le nostre query e capire per quale motivo un annuncio ci viene mostrato.

Un sistema del genere lo ritrovi in Jooble.com: un aggregatore che non si limita a raccogliere annunci di altri siti, ma ti permette anche di inserire annunci, se cerchi dipendenti, o candidarti alle posizioni lavorative aperte, tramite il suo portale.

schermata home page jooble

Trovare lavoro online è un argomento delicato e dove internet può facilitarci da un verso e trarci in inganno dall’altro.
Per non essere colto alla sprovvista affidati sempre ai portali che ti danno più controllo e sicurezza sulle offerte e sugli annunci a cui candidarti.
Forse non lo sai, ma i portali più importanti solitamente hanno uno staff che valuta la “qualità” di ogni nuovo inserto (Content Quality Team).

 

 

Ti presento il microcopy

esempio di microcopy

Quando accompagniamo l’utente nella navigazione, dobbiamo farlo utilizzando dei contenuti semplici: testi a lui familiari che non lo portino in confusione. Dedichiamo tanto alla scrittura ogni giorno, nelle brochure, sui canali social, nelle pagine del blog o per scrivere una bio, perché non fare lo stesso anche con:

  • messaggi di benvenuto, d’errore, conferma;
  • bottoni (inviti all’azione, CTA);
  • suggerimenti per gli acquisti;
  • voci di menù;
  • newsletter;
  • modulo contatti, ecc.

 

C’è tutto un habitat di testi brevi che viene normalmente ignorato e, se vuoi che i tuoi utenti non ammattiscano, non devi stressarli durante delle attività che dovrebbero essere naturali come respirare.

Per queste ragioni, accanto ai testi più corposi, che potremmo definire come i “macro contenuti” di App e siti web, vanno studiati attentamente anche i messaggi più brevi, quei frammenti di testo che hanno un forte impatto nella mente dell’utente: i micro-copy.

Redigere al meglio questi frammenti di testo ha diversi vantaggi, ad esempio rassicurare il cliente, coccolarlo facendolo sentire importante, invogliarlo all’acquisto, far colpo su di lui usando la simpatia. Non siamo robot, la nostra giornata è fatta di interazioni e rendere più piacevole la permanenza sul web dei visitatori è un modo di incoraggiarli a tornare a farti visita, e scegliere i tuoi servizi.

 

L’UX che non perde colpi usa micropy efficaci

Il successo di una applicazione dipende molto dalla sua usabilità, più risulta chiara ed immediata nel suo utilizzo, maggiori sono le probabilità che non venga sostituita con altre simili. Per fare in modo che il design si sposi sia con le funzioni offerte dall’applicazione che con le preferenze dell’utente che andrà ad adoperarla, nasce una figura che lavora a stretto contatto con i grafici specializzati in UI (user interface): l’Ux Writer.

Il suo compito è quello di guidare attraverso il copy coloro che andranno ad utilizzare un’interfaccia, portandoli a compiere una serie di azioni.
Quando l’UI non è stata progettata nel migliore dei modi resta comunque difficile comprenderne l’utilizzo a primo acchito, anche con un buon microcopy. Se invece l’ux writer e l’ui designer riescono a collaborare, il risultato sarà qualcosa di sorprendente. Il compito di chi opera in ambito User Experience è simile a quello dello psicologo, deve di continuo chiedersi: Cosa non va bene agli utenti? Cosa si aspettano, ma soprattutto, come posso far recepire un messaggio in modo chiaro e univoco?

Immagina di esserti appena collegato tramite lo smartphone ad internet e stai cercando il prossimo elettrodomestico da acquistare. L’hai trovato da un rivenditore diverso da quello da cui acquisti di solito, provi a comprarlo e non riesci a capire se il prodotto che hai scelto sia inserito correttamente nel carrello, o se la tua carta, come metodo di pagamento, sia valida. Non riuscire ad orientarsi all’interno di un’App, di un sito o un servizio, è un problema serio.

Il microcopy dai maestri…

netflix homepage schermata

Netflix

L’app di Netflix è uno splendido esempio di usabilità. E’ immediata, facile da comprendere e non è solo merito dell’implementazione tecnica, data dagli sviluppatori, ma anche di come è stato pensato il layout: ti accompagna senza lasciarti solo un attimo. Diciamolo, i momenti di panico da “come sono arrivato qui? Adesso come proseguo?” sono capitati, almeno una volta, a tutti noi. È per disinnescare questi attimi che si ricorre al microcopy.

Guarda ciò che vuoi ovunque. Disdici quando vuoi.

 

Paypal
paypal homepage screenshot

 

PayPal: la soluzione semplice e sicura per pagare e farsi pagare.

In una sola frase è racchiuso tutto il significato dei servizi offerti, ma i pulsanti? Tutto è chiaro all’utente fin da subito: puoi aprire cliccando il primo button un conto gratuito online o, se desideri, scaricare l’App cliccando sul secondo.

 

Mailchimp

mailchimp servizio mail screenshot home

Un fuori classe quando si tratta di utilizzare un tono simpatico, non convenzionale ma allo stesso tempo sempre chiaro: mailchimp è uno dei servizi di mail marketing più conosciuti. Anche qui in pochi istanti è chiaro che si tratta di una piattaforma e cliccando “pick a plan” possiamo scegliere il piano da utilizzare.

I testi brevi sono ovunque intorno a noi e, dagli esempi appena visti, avrai intuito che il microcopy è onnipresente sia online che offline, non puoi sottrarti. Esistono in rete diversi casi, ma puoi appurarlo tu stesso se lo desideri, di come a volte cambiare un semplice testo (nel format del tuo layout) può fare la differenza, ad esempio incrementando le vendite.

 

Sbagliare è umano: 2 esempi di 404 creativi

pixar un 404 creativo
 
Famosa la pagina 404 della Pixar che utilizza un microcopy divertente associandolo ad un loro personaggio. A dir poco geniale.
Un ulteriore esempio, che ho trovato davvero molto simpatico, proviene da Instagram: una rivisitazione della famosa frase “Houston, abbiamo un problema”.
 
404 creativi esempio da twitter di microcopy
 

Chi scrive i microtesti: la figura dell’UX Writer

Negli annunci online spesso troverai la figura del UX e dell’UI designer abbinate, come fossero la stessa mansione. È innegabile che per disegnare correttamente un’interfaccia utente servano delle competenze grafiche e anche delle basi di UX design, ma non è detto che sia sempre così. Anzi spesso troverai che i grandi brand hanno professionisti specifici che si occupano solo di un argomento rispetto l’altro, nonostante abbiano contezza di cosa accade in entrambi gli ambiti. Lo stesso accade nella scrittura, ux writer perciò non è sinonimo di copywriter, sono figure diverse.
 

Tieni mai d’occhio le micro-interazioni?

La nostra giornata è fatta di piccoli step e anche quando siamo online potremmo dire lo stesso. Hai cliccato su un prodotto Amazon che ti interessa? E’ una interazione, uno step. Appena scegli di aggiungere al carrello un articolo ecco un altro step, e così via…
Si tratta di “micro-interazioni”, cioè piccoli passi che compiamo tutti quanti navigando online e sono molto interessanti perché ti aiutano a stabilire le abitudini dell’utente, il suo comportamento, e aggiustare il tiro. Devi considerarli parte integrante dell’UI design e tenerli a mente anche in ottica di microcopy. A tal proposito, se sei un appassionato lettore ti consiglio Scrivere microcopy che convertano di Alice Morrone, e UX Writing. Micro testi, macro impatto di Serena Giust.

Per concludere, la psicologia dell’utente è importante durante la sua navigazione, ma scrivere microtesti di impatto non è per nulla facile. Le figure specializzate in questo campo sono poche nel panorama italiano, in cui la figura dell’Ux writer è ancora in fase embrionale, ma se hai bisogno di revisionare i testi e sei neofita nel campo della scrittura per il web, contattami. Troveremo la soluzione, più congeniale alle tue esigenze, insieme.

Perché un contenuto non si posiziona in SERP

immagine con la scritta serp

Ti è mai capitato di creare dei contenuti per il blog del tuo sito web o per quello dei tuoi clienti?
Funziona così, inizialmente si studiano i competitor e si analizza accuratamente la SERP e, dopo aver scelto l’argomento killer con cui posizionarci online, si trovano le keywords più adatte.
Supponiamo però che dopo qualche mese, durante la routine di controllo dei visitatori, tra gli argomenti e le pagine che hanno riscosso più successo, non troviamo quel post che ci aveva fatto sudare sette camicie. Quello che volevamo far salire di ranking con il compito di portare nuovo traffico organico.
Perché mai il motore di ricerca non ha premiato i nostri sforzi? Tutti abbiamo sentire dire in ambito SEO la famosa frase “content is the king” ovvero il contenuto è il re, allora per quale ragione non scaliamo la classifica di Google e Bing?

 

Come salire di posizione su google

I fattori che i bot prendono in considerazione e che influenzano le loro decisioni sono in parte top secret. Spesso è questione di tempo salire di posizione su Google, altre volte invece bisogna correggere il tiro. Se dopo mesi di attesa non ci sono rilevanti cambiamenti nel posizionamento dei tuoi contenuti bisogna iniziare a pensare ad un nuovo approccio o strategia.
La sensazione di sconfitta che provi in quei momenti non deve fermarti, anzi devi sapere che questo tipo di problematiche sono comuni, soprattutto all’inizio (e quando un sito web non ha ancora acquisito una certa rilevanza). Vediamo quindi quali sono le possibili problematiche da risolvere quando gli articoli non salgono di posizione.

 

Le chiavi di ricerca giuste

Quali keyword stai utilizzando?
Abbiamo già avuto modo di parlare delle Keyword e di come trovarle per avere un buon compromesso tra volumi di ricerca e difficoltà di posizionamento. Ogni post dovrebbe avere una sua identità ben precisa e delle parole chiave che lo identificano univocamente. I contenuti che trattano argomenti simili tra loro, con stesse parole chiavi, possono farsi competizione a vicenda ed allora saranno i motori di ricerca a scegliere per noi quale contenuto preferiscono (oscurando l’altro). Evita dunque di farti concorrenza da solo!

Scegli le parole chiave dosando bene i volumi di ricerca delle long-tail. Il range del tuo volume non deve essere troppo alto né troppo basso. Valuta di volta in volta cosa ottieni con ogni tua mossa e se il tuo obiettivo è la conversione cerca qualcosa di diretto e specifico, mi spiego meglio…
Supponiamo tu sia il proprietario di un negozio di scarpe e vuoi far sapere che hai l’ultimo modello di Skechers sul mercato. Non puntare su “skechers italia” ma piuttosto su “skechers da uomo/donna” aggiungendo magari l’anno di uscita “2019”.

 

Come spingere un contenuto

Quando scrivi un post sai bene che c’è una fase di studio dietro non indifferente, che porta via da diverse ore a interi giorni. Scoprire le tue potenzialità è il primo step per capire dove puntare per vincere alla lotteria. Digita nei motori di ricerca la tua chiave e controlla le aspettative degli utenti e dei bot per quella ricerca. Hai preso nota della SERP?

  • Quali siti appaiono prima di altri
  • Che argomenti vanno per la maggiore nei post di riferimento
  • Hanno un buon profilo link
  • Quali sono le ricerche “accessorie” con un buon volume di ricerca

Prendere consapevolezza di questi punti aiuterà a capire in quale direzione andare. E se invece abbiamo già diversi post sul blog?

 

Aggiornare i vecchi post

Ogni giorno su qualsiasi canale che sia la radio o gli articoli su google news siamo bombardati da informazioni diverse. I contenuti degli stessi topic si evolvono, cambiano e vanno spesso aggiornati.
Perché un utente che naviga online dovrebbe sceglierti se non aggiorni mai i tuoi articoli?
Fare degli update è un modo per avere “trust” agli occhi di Google e degli altri motori di ricerca ma come aggiornare correttamente un vecchio post?
Esistono molti modi per farlo ed altrettanti errori che ci attendono al varco. Questo ragionamento che segue va fatto a monte, durante l’ideazione dell’articolo e ti aiuterà in un secondo momento quando andrai ad aggiornare i contenuti. Primo consiglio, quando stai per postare un articolo chiediti sempre se si tratta di un post essenziale o di contorno. Andrà a descrivere dettagliatamente un argomento in ogni sua sfaccettatura o solo una parte? In base a questo, ed altri fattori, sceglierai un titolo per la pubblicazione. Se pensi che andrai a metter mano spesso a questo contenuto e che deve essere SEMPRE VALIDO evita di vincolarlo ad un periodo specifico, ad esempio, con un URL del tipo “fare SEO nel 2019”.
Così facendo potrai scrivere di “come fare SEO” senza preoccupazioni. Inutile dire che non devi mai tradire l’anima del topic che tratti, andando magari a parlare di tutt’altro…

 

Il profilo link è importante

L’argomento “x” è morto è un evergreen! Ti svelo un segreto, la link-building non è morta come non è morta la SEO, i Blog e molto altro ancora. Il problema è sempre lo stesso, sfruttare tutto ciò che abbiamo a nostra disposizione bene o non porterà risultati.
I link permettono ad un utente di navigare tra le pagine ed i contenuti del nostro sito o di portarlo in giro nella rete, da un punto ad un altro. Sono importanti? Certamente, perché il tuo sito è affidabile se viene linkato da siti autorevoli. Allo stesso modo viene ben visto se viene ri-condiviso sui canali social ecc. Non trascurare quest’aspetto e controlla sempre i link in entrata ai tuoi post.
Strumenti come la Search console di Google ti danno la possibilità non solo di controllare i link ma rifiutarli se non offrono benefici (ad esempio sono siti spam).

Riassumendo, le tattiche viste fin ora dovrebbero darti una mano a capire quali sono gli errori SEO che non permettono ai tuoi contenuti di emergere. Non demordere e troverai il modo di ritagliare il tuo spazio online, insieme agli altri siti, tra i risultati dei motori di ricerca!

SEO Copywriting: come scrivere un articolo

seo copywriting

Creare contenuti ormai è una pratica comune. Tutti hanno un blog o possono aprirne uno e, in qualsiasi momento, iniziare a pubblicare. E’ questa la tua idea? Forse dovresti leggere bene le prossime righe se vuoi far sopravvivere a lungo i tuoi articoli online.

Indice:
Il trends SEO: perché scrivere articoli seo oriented
Come scrivere in ottica SEO
5 regole del copywriting da seguire per scrivere un articolo

   


Perché scrivere articoli seo oriented

I motori di ricerca, in particolare Google, prendono in considerazione tanti aspetti del web perché il loro obiettivo è dare all’utente non solo i risultati sperati durante la fase di ricerca ma anche i contenuti migliori, quelli più ottimizzati. Uno dei classici dibattiti quando si scrive online è “quale lunghezza deve avere un articolo”, “meglio 300 parole o 1000”.
La verità come spesso accade sta in mezzo. Quando crei un articolo seo oriented per il tuo blog devi tener bene in mente alcune cose, se vuoi puntare alla parte alta della SERP, scopriamoli insieme.
Google E-A-T è uno degli algoritmi che più interessa i contenuti online. E-A-T è l’acronimo di Expertise, Trustworthy o Authoritative questo deve suggerirti che i bot di Google prestano attenzione a contenuti che non sono superficiali, che hanno una certa autorità e trust; ecco perché tanti Brand stanno spingendo su articoli di settore e ben ottimizzati. Allora la chiave di tutto è nei contenuti lunghi? No, dipende dal tipo di post e dal pubblico che vuoi intercettare. Facciamo una ricerca online e analizziamo la SERP, tra i risultati di ricerca per la query “ristorante salerno” otteniamo questi contenuti:

screen di una scheda di google maps

 


Le schede che stai visualizzando sono relative a Google My Business e ti offrono una serie di opzioni per la parola chiave che hai cercato. Scendendo tra i risultati di ricerca vediamo invece quest’altra scheda:

snippet di ricerca google immagine esempio


Ma non è tutto! Se andrai a cercare per immagini, con la stessa chiave di ricerca, otterrai dei suggerimenti che riguardano i risultati “correlati”.

esempio scheda ricerca correlata

 


Come noti Google ha introdotto molte schede e queste devono farti riflettere. I contenuti organici rispetto ad annunci sponsorizzati a volte sembrano quasi perdere enfasi. Dall’immagine sopra inoltre c’è un altro chiaro messaggio, non puoi pensare di competere con: testi acquistati a pochi dollari, non ottimizzati o di pessima qualità. Se chi sta in alto tra i risultati di ricerca, per la tua Keyword, ha un post di qualità e con una lunghezza media di caratteri non indifferente rispetto al tuo copy sarà difficile prenderne il posto in SERP.
   


Come scrivere in ottica SEO

Alla base di tutto sta la conoscenza dell’argomento e del target che vuoi andare ad ingaggiare. Documentati bene e in particolare presta attenzione a come gli utenti e Google rispondono ad una determinata ricerca. Apri quindi il tuo browser e inizia ad analizzare i risultati della SERP, pensando alle possibili chiavi da utilizzare. Scrivere un articolo in ottica SEO non vuol dire fare keyword stuffing cioè inserire tante e tante volte le chiavi di ricerca che ti sembrano più funzionali; usa questa approccio e verrai penalizzato dai bot!
   


5 regole da seguire per scrivere un articolo

E’ chiaro che avere in mente una serie di articoli da impostare all’interno delle tue pagine ti darà una marcia in più per non incorrere negli errori di un post tirato su all’ultimo minuto. Creare un piano editoriale sta alla base di una buona strategia di content marketing ,per questa ragione, quando pensi ai tuoi contenuti cerca di avere una visione d’insieme. Ricorda poi che gli articoli possono pensati secondo una logica Pillar o Corner, come spiegavo in questo post.

  • Attenzione al titolo del post ed ai paragrafi
    I tag che utilizzi per scrivere all’interno di un sito web o blog sono molto importanti quindi soffermati sempre un minuto in più prima di fare click su “pubblica post”. Il titolo deve essere chiaro, non ingannevole (tranne in alcuni casi specifici) e rispecchiare la pagina di destinazione.
    Quando crei una scaletta per il tuo articolo ti stai ponendo degli obiettivi da raggiungere attraverso la scrittura. Allo stesso modo i tag devono rispecchiare questa gerarchia o ordine di importanza: H1 per il titolo, H2 per i titoli dei paragrafi e cosi via; per esperienza ti anticipo che difficilmente arriverai ad utilizzare H4, H5 o H6 quindi non esagerare con i tag;
  • Formatta bene i contenuti
    Scegli dei Format o modelli e vedi quale funziona meglio! Utilizzare immagini, video o meglio inserire delle infografiche? I tuoi utenti cosa preferiscono?
    Ricorda che molto del traffico organico arriva da dispositivi mobile e quindi un buon format è d’aiuto all’utente che ti sta raggiungendo tramite smartphone e non ha a disposizione uno schermo infinito su cui cliccare; separa bene i contenuti, gli spazi bianchi sono tuoi alleati e valuta anche l’uso di indici ed elenchi puntati per rendere chiaro un messaggio 😉
  • Utilizza i sinonimi
    Le parole chiave non devono esser ripetute ad oltranza, già detto e quindi utilizzare dei sinonimi e delle parole “correlate”ti può tornare utile. Mi piace molto generare a fine articolo delle nuvole TAG per verificare la frequenza e l’uso dei sinonimi che ho utilizzato;
  • Scegli una URL user friendly
    Le url sono importanti e più sono leggibili e in linea con la parola chiave cercata dall’utente più verrai premiato tra i risultati di ricerca. Inoltre anche per l’utente è confortante sapere dove andrà a finire cliccando una URL; buona pratica di UX;
  • Call To Action
    Invita il tuo utente a compiere un’azione, che sia la condivisione del post, un like o qualsiasi altra attività che può tornare utile ad entrambi.


Per concludere voglio condividere con te qualche tool per copywriter. Tra gli strumenti più consigliati per verificare le parole chiave c’è Google KeyWord Planner però, per iniziare, dai uno sguardo anche a AnswerThePublic – HypersuggestKwFinder. Se vuoi da subito a cimentarti con uno strumento professionale, tra i migliori sul mercato, puoi provare gratis per 7 giorni SEMRush cliccando qui.
Per quanto riguarda le immagini, per non incorrere in problemi legati al copyright utilizza Pexels!.
Se questo post ti è stato utile non scordarti di condividerlo con i tuoi amici 😉 alla prossima!
   

  

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Contenuti pillar e cornerstone

Navigando online ti sarai reso conto che ci sono diversi tipi di contenuti. Alcuni affrontano nello specifico un argomento, sviscerandolo dall’inizio alla fine mentre altri si limitano solo a trattarne un aspetto.
Prestando attenzione a queste dinamiche riuscirai ad intercettare il tuo pubblico e, ugualmente importante, a definire la struttura corretta del tuo sito web o blog.

 

Pillar VS Cornerstone nel Piano Editoriale

Chi si occupa di “strategia dei contenuti”, non lascia mai al caso la scelta degli articoli da postare. Andando a definire la loro stesura e pubblicazione online grazie ad uno strumento molto importante chiamato “piano editoriale”.
Scrivere un piano editoriale non è mai semplice. Bisogna trovare gli argomenti corretti e bilanciare tra di loro tanti elementi: dai contenuti che si vogliono trattare alla ricerca delle parole chiave che, ricordiamo, vanno scelte anche in base al loro volume di ricerca. Ottimizzare tutto questo, in armonia con lo spirito del nostro blog, richiede qualche accorgimento. Per questo motivo, da ora in avanti, quando vai a scrivere i tuoi articoli devi iniziare con il chiederti: “Che tipo di contenuto creare? Pillar o Cornerstone”?

 

Qual è la differenza tra Pillar e Cornerstone?

Non tutti gli articoli che andrai ad inserire nel tuo sito sono uguali! Abbiamo accennato alla creazione di un piano editoriale ed al lavoro che sta dietro le quinte. Ma perché si parla di pillar-page e cornerstone-content?
Soffermiamoci qualche istante sul significato della parola “cornerstone”, ovvero “pietra angolare”. Con questo termine andiamo ad indicare gli articoli che reggono la struttura del nostro sito. Quelli che non possono esser tralasciati quasi come fossero delle colonne portanti di un edificio. Una delle caratteristiche dei CornerStone è quella di trattare argomenti basic e non avere una data di scadenza.
I pillar invece ci aiutano intercettando esattamente “l’intento di ricerca” dell’utente, interessato solo ad un aspetto, o punto di vista specifico, di un determinato argomento. Al fine della loro classificazione, in genere, i contenuti più o meno brevi, con focus su un tema specifico, tendono ad esser pillar (mentre decisamente più corposi, se consideriamo che si agganciano tramite link ad altri post, sono quelli appartenenti alla categoria dei Cornerstone).
Visivamente immagina una piramide dove l’apice è rappresentato dalle nostre “pietre miliari”, i corner-content e, da questi, si sviluppano poi – tramite link interni al sito – tutti gli altri argomenti e post specialistici su un aspetto dell’argomento cardine.

 

Cannibalizzazione delle parole chiave? Cos’è?

Investire nella creazione di contenuti di qualità che siano in parte pillar e in parte cornerstone può portare numerosi vantaggi alla tua attività. Quando però il blog è in crescita uno degli inconvenienti a cui si è esposti è la “cannibalizzazione delle parole chiave”. Cosa accade?
È un fenomeno che si verifica per via degli argomenti trattati quando post che si “somigliano” tra loro entrano in competizione. Questo scatena confusione sia per gli utenti che seguono i nostri aggiornamenti che per i bot dei motori di ricerca – come Google. Dopo aver scansito le nostre pagine, i crawler, dovranno comunque stabilire quali, tra tutti gli articoli dati in pasto, destinare alla SERP e, nonostante le nostre aspettative, non tutti verranno presi in considerazione (soprattutto se si somigliano molto). Buona prassi è stare attenti alle parole chiave, variandone la distribuzione nei vari post.
Contrariamente a quanto potresti pensare, i contenuti duplicati, o troppo simili, non migliorano il benessere dei blog e, allo stesso tempo, l’idea di inserire troppe keywords – o le stesse – su più pagine non fa altro che peggiorarne le prestazioni. Quando assumi un professionista – Copywriter o blogger che sia – si parla spesso del numero di “Focus Key” per articolo, non richiedere troppe parole chiave (ricorda quanto appena detto).
Se utilizzi WordPress, avrai notato che come CMS presta molta attenzione ai contenuti. In più installandoci su plugin come Yoast, nelle sue ultime versioni per WP, durante la creazione di un articolo potrai gestire i pillar e corner tramite una schermata simile a questa:


Conclusioni

Presta attenzione ai contenuti che andrai ad inserire all’interno del tuo blog. Per non avere problemi crea una buona struttura URL a monte dei tuoi progetti, avvalendoti di un “piano editoriale”, utile a darti l’idea dei post in modo globale. E’ fondamentale che i tuoi articoli siano suddivisi in pillar e cornerstone content e, nonostante alcuni post possano sembrare simili, usa delle keywords distintive per ognuno di essi.

 

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