Come scrivere un articolo ottimizzato per la SEO

C’è ancora molta confusione e insicurezza quando si tratta di scrivere testi ottimizzati SEO questo perché la maggior parte delle persone ancora è ignaro di cosa sia SEO e ne sottovaluta la sua potenza ma anche perché nessun motore di ricerca ha dato delle linee guida da seguire. Quindi una guida su come scrivere un testo ottimizzato SEO si basa sull’esperienza e sui dati che sono stati studiati dagli esperti del settore e da chi oggi ricopre la professione di copywriter SEO. In questo testo andremo perciò a definire cos’è SEO e come possiamo utilizzarlo al meglio per realizzare dei testi perfettamente ottimizzati.

Che cos’è SEO?

SEO è un insieme di linee guida e strategie che possiamo applicare ai nostri siti web per poter ottenere maggiore visibilità da parte dei motori di ricerca. Come saprai i vari motori di ricerca, come Google, utilizzano degli algoritmi per identificare un sito interessante e performante per gli utenti. Più il tuo sito ottiene un punteggio alto e più si troverà alto nelle varie SERP, ossia le pagine generate dopo la ricerca di un utente. Tra le varie strategie da utilizzare c’è anche la scrittura di articoli in ottica SEO che permettono di migliorare l’indicizzazione attraendo un traffico maggiore al nostro sito web.

Tutto inizia da un argomento

Ebbene sì, tutto parte da un argomento che può essere un argomento generico o specifico ma che in qualche modo riguardi il nostro sito web. Questo argomento potrà essere trattato nelle pagine del blog, e quindi starai scrivendo un articolo per il tuo blog, oppure all’interno delle pagine statiche del sito, anche questi testi devono essere scritti in ottica SEO. Per poter scegliere un argomento è ovvio che ci sono dei parametri da rispettare e quindi:

  • deve essere inerente al nostro sito web;
  • deve essere fatta una scelta con un piano editoriale o marketing ben preciso.

Non è infatti una singola azione a premiare il nostro sito web e a posizionarlo nelle prime posizioni della SERP, ma una serie di azioni che ci garantiscono un sito agli occhi di tutti perfettamente funzionante e di interesse.
L’argomento perciò deve essere interessante e di utilità per il lettore, Google come tutti gli altri motori di ricerca premiano testi ben scritti ma che possano dare un valore aggiunto al mondo digitale. Una volta scelto l’argomento si passerà al passo successivo: la keyword.

home page del tool ubersuggest

 


La keyword

Anche conosciuta con il termine di parola chiave è il vocabolo intorno al quale gira tutto il testo e che noi forniremo ai motori di ricerca per identificare l’argomento del testo. C’è sempre una prima keyword principale e poi ci sono delle secondarie. La keyword principale sarà presente nel titolo, in alcuni dei sottotitoli ma anche nel testo. Dovrà risultare naturale e spontanea e mai forzata. Se stiamo scrivendo un testo per la nostra panetteria, una keyword potrebbe essere Panetteria a Roma (o qualsiasi altra città vi troviate). Nella descrizione della nostra panetteria non solo andremo a ripetere la key principale “Panetteria a Roma” ma andremo ad aggiungere, sempre in modo naturale e spontaneo, anche una serie di keyword secondarie. Ecco perché in questi casi ci si affida a strumenti esterni che eseguano una ricerca delle key principali insieme a quelle correlate prima di scrivere un articolo.


Il testo: contenuto e struttura

Il contenuto del testo dovrà essere, come abbiamo già detto, interessante ed informativo per chi lo legge. Dovrà anche essere scritto bene, quindi in un italiano quasi perfetto. Il linguaggio dovrà essere semplice e comprensibile per tutti, a meno che non stiamo scrivendo per una nicchia di professionisti specifici.

Se vogliamo dare un valore indicativo al testo 500 parole, in molti casi, permettono già di affrontare bene un determinato argomento. Non è necessario dilungarsi più del dovuto e presentare testi di 3 mila o più parole che potrebbero risultare pesanti e difficili da leggere. La qualità di un post agli occhi dei motori di ricerca non è data dal numero di parole usate bensì dal valore del contenuto.

 

Tutto il testo dovrà essere organizzato con vari sottotitoli è richiesto sempre almeno un “H2” e poi possiamo scegliere “H3” o “H4” in base alle esigenze. Ogni sottotitolo dovrà rispondere ad una possibile domanda di un utente. Non presentare blocchi unici di testo ma suddividili in paragrafi da tre o quattro righe al massimo, in questo modo non appesantirai la lettura. Quando puoi utilizza gli elenchi puntati ed è sempre bene formattare il testo. Con formattazione del testo si intende grassetti e corsivi per evidenziare i punti salienti del tuo articolo. Chiudi sempre l’articolo invitando l’utente ad un’azione, magari a condividere il testo o a lasciarti la sua opinione su quanto ha letto.


Inserire sempre link interni e link esterni.

Ogni testo deve contenere almeno ad un link interno al tuo sito web che possa riportare alla home page o ad un argomento correlato a ciò di cui stai trattando all’interno del testo. Ma dovrà anche contenere un link esterno che rimandi ad un approfondimento della tematica affrontata.
Attenzione a quest’ultimo cercate sempre di linkare siti web che abbia buone metriche e state lontani da quelli che invece hanno una pessima reputazione, perché potrebbe risentirne anche il vostro sito web.

Se sei interessato ad ottenere link entrata verso il tuo sito o, semplicemente, vuoi scoprire qualcosa in più sul funzionamento dei “link” nella SEO, dai un’occhiata al mio articolo sulla link building.


Il titolo deve essere attraente

Oltre a contenere la keyword principale, il titolo perfetto deve attrarre il lettore. Sarà infatti ciò con cui entrerà in contatto immediato e sarà dalla lettura del titolo che deciderà se vale la pena leggere l’intero testo oppure no. Attenzione però a non scrivere titoli troppo lunghi. Per fare presa sul pubblico valuta di utilizzare alcuni accorgimenti, tra cui:

    • I numeri
      Sono utilissimi ed attraggono moltissimo, ecco un piccolo esempio “Le 10 tendenze grafiche di cui si parlerà nel 2021”. Lo cliccheresti?
    • La regola delle 5w
      Usata molto dai giornalisti per impostare un articolo, può tornarci utile anche per i nostri titoli.
    • Parole ipnotiche da utilizzare
      Hanno molta presa se inserite correttamente in una frase le parole “come” e “perchè”.


Metadescription

C’è chi pensa che ormai sia irrilevante compilare questo campo ma in realtà può ancora essere utile. Chiamiamola pure per quello che è: un riassunto di due righe dell’intero argomento trattato che deve dare la spinta finale all’utente per capire se è ciò che cercava. Quindi fate attenzione alle parole che sceglierete per scriverla e ricordate che anche qui ci deve sempre essere la keyword principale.


Permalink

Il permalink è il link del testo che stiamo scrivendo, dovrà contenere la keyword e dovrà essere breve, immediato e molto chiaro. Quindi sceglietelo con cura, su alcune piattaforme è già inserito automaticamente ma potete sempre modificarlo.

Se utilizzi un CMS come WordPress è semplice modificare i parametri visti soprattutto utilizzando dei plugin come Yoast.

 


I file media

tiny png per comprimere le immagini

Ogni buon testo è accompagnato da foto, immagini o video. Assicurati che siano di qualità, leggeri e che carichino velocemente. Dovranno essere inerenti all’argomento trattato e dovrai inserire all’interno del loro titolo la keyword principale.
Esistono molti metodi per ottimizzare le immagini, ti consiglio di dare uno sguardo a TinyPNG, oppure se utilizzi WordPress a dei servizi come Imagify ed EWWW Optimizer.

Ora sei pronto anche tu per iniziare a scrivere testi in ottica SEO, ci vorrà del tempo ma vedrai che presto tutto ti verrà automatico.

 

Hai già un sito web avviato e ti serve una consulenza tecnica? Nessun problema contattami

 

 

SEO Copywriting: come scrivere un articolo

seo copywriting

Creare contenuti ormai è una pratica comune. Tutti hanno un blog o possono aprirne uno e, in qualsiasi momento, iniziare a pubblicare. E’ questa la tua idea? Forse dovresti leggere bene le prossime righe se vuoi far sopravvivere a lungo i tuoi articoli online.

Indice:
Il trends SEO: perché scrivere articoli seo oriented
Come scrivere in ottica SEO
5 regole del copywriting da seguire per scrivere un articolo

   


Perché scrivere articoli seo oriented

I motori di ricerca, in particolare Google, prendono in considerazione tanti aspetti del web perché il loro obiettivo è dare all’utente non solo i risultati sperati durante la fase di ricerca ma anche i contenuti migliori, quelli più ottimizzati. Uno dei classici dibattiti quando si scrive online è “quale lunghezza deve avere un articolo”, “meglio 300 parole o 1000”.
La verità come spesso accade sta in mezzo. Quando crei un articolo seo oriented per il tuo blog devi tener bene in mente alcune cose, se vuoi puntare alla parte alta della SERP, scopriamoli insieme.
Google E-A-T è uno degli algoritmi che più interessa i contenuti online. E-A-T è l’acronimo di Expertise, Trustworthy o Authoritative questo deve suggerirti che i bot di Google prestano attenzione a contenuti che non sono superficiali, che hanno una certa autorità e trust; ecco perché tanti Brand stanno spingendo su articoli di settore e ben ottimizzati. Allora la chiave di tutto è nei contenuti lunghi? No, dipende dal tipo di post e dal pubblico che vuoi intercettare. Facciamo una ricerca online e analizziamo la SERP, tra i risultati di ricerca per la query “ristorante salerno” otteniamo questi contenuti:

screen di una scheda di google maps

 


Le schede che stai visualizzando sono relative a Google My Business e ti offrono una serie di opzioni per la parola chiave che hai cercato. Scendendo tra i risultati di ricerca vediamo invece quest’altra scheda:

snippet di ricerca google immagine esempio


Ma non è tutto! Se andrai a cercare per immagini, con la stessa chiave di ricerca, otterrai dei suggerimenti che riguardano i risultati “correlati”.

esempio scheda ricerca correlata

 


Come noti Google ha introdotto molte schede e queste devono farti riflettere. I contenuti organici rispetto ad annunci sponsorizzati a volte sembrano quasi perdere enfasi. Dall’immagine sopra inoltre c’è un altro chiaro messaggio, non puoi pensare di competere con: testi acquistati a pochi dollari, non ottimizzati o di pessima qualità. Se chi sta in alto tra i risultati di ricerca, per la tua Keyword, ha un post di qualità e con una lunghezza media di caratteri non indifferente rispetto al tuo copy sarà difficile prenderne il posto in SERP.
   


Come scrivere in ottica SEO

Alla base di tutto sta la conoscenza dell’argomento e del target che vuoi andare ad ingaggiare. Documentati bene e in particolare presta attenzione a come gli utenti e Google rispondono ad una determinata ricerca. Apri quindi il tuo browser e inizia ad analizzare i risultati della SERP, pensando alle possibili chiavi da utilizzare. Scrivere un articolo in ottica SEO non vuol dire fare keyword stuffing cioè inserire tante e tante volte le chiavi di ricerca che ti sembrano più funzionali; usa questa approccio e verrai penalizzato dai bot!
   


5 regole da seguire per scrivere un articolo

E’ chiaro che avere in mente una serie di articoli da impostare all’interno delle tue pagine ti darà una marcia in più per non incorrere negli errori di un post tirato su all’ultimo minuto. Creare un piano editoriale sta alla base di una buona strategia di content marketing ,per questa ragione, quando pensi ai tuoi contenuti cerca di avere una visione d’insieme. Ricorda poi che gli articoli possono pensati secondo una logica Pillar o Corner, come spiegavo in questo post.

  • Attenzione al titolo del post ed ai paragrafi
    I tag che utilizzi per scrivere all’interno di un sito web o blog sono molto importanti quindi soffermati sempre un minuto in più prima di fare click su “pubblica post”. Il titolo deve essere chiaro, non ingannevole (tranne in alcuni casi specifici) e rispecchiare la pagina di destinazione.
    Quando crei una scaletta per il tuo articolo ti stai ponendo degli obiettivi da raggiungere attraverso la scrittura. Allo stesso modo i tag devono rispecchiare questa gerarchia o ordine di importanza: H1 per il titolo, H2 per i titoli dei paragrafi e cosi via; per esperienza ti anticipo che difficilmente arriverai ad utilizzare H4, H5 o H6 quindi non esagerare con i tag;
  • Formatta bene i contenuti
    Scegli dei Format o modelli e vedi quale funziona meglio! Utilizzare immagini, video o meglio inserire delle infografiche? I tuoi utenti cosa preferiscono?
    Ricorda che molto del traffico organico arriva da dispositivi mobile e quindi un buon format è d’aiuto all’utente che ti sta raggiungendo tramite smartphone e non ha a disposizione uno schermo infinito su cui cliccare; separa bene i contenuti, gli spazi bianchi sono tuoi alleati e valuta anche l’uso di indici ed elenchi puntati per rendere chiaro un messaggio 😉
  • Utilizza i sinonimi
    Le parole chiave non devono esser ripetute ad oltranza, già detto e quindi utilizzare dei sinonimi e delle parole “correlate”ti può tornare utile. Mi piace molto generare a fine articolo delle nuvole TAG per verificare la frequenza e l’uso dei sinonimi che ho utilizzato;
  • Scegli una URL user friendly
    Le url sono importanti e più sono leggibili e in linea con la parola chiave cercata dall’utente più verrai premiato tra i risultati di ricerca. Inoltre anche per l’utente è confortante sapere dove andrà a finire cliccando una URL; buona pratica di UX;
  • Call To Action
    Invita il tuo utente a compiere un’azione, che sia la condivisione del post, un like o qualsiasi altra attività che può tornare utile ad entrambi.


Per concludere voglio condividere con te qualche tool per copywriter. Tra gli strumenti più consigliati per verificare le parole chiave c’è Google KeyWord Planner però, per iniziare, dai uno sguardo anche a AnswerThePublic – HypersuggestKwFinder. Se vuoi da subito a cimentarti con uno strumento professionale, tra i migliori sul mercato, puoi provare gratis per 7 giorni SEMRush cliccando qui.
Per quanto riguarda le immagini, per non incorrere in problemi legati al copyright utilizza Pexels!.
Se questo post ti è stato utile non scordarti di condividerlo con i tuoi amici 😉 alla prossima!
   

  

Cerchi un copywriter freelance? Contattami

 

Ricerche vocali e Local SEO: quanto sei preparato?

local seo

Che le ricerche vocali siano in crescita in quest’ultimo anno è un dato di fatto e l’opzione “voice search” è ormai parte integrante di una marea di dispositivi: dallo smartphone alle automobili ad i cosiddetti “assistenti virtuali” come Google Home ed Amazon Echo.
Secondo uno studio condotto da Uberall per il mercato americano, sono pronti ad affrontare correttamente le ricerche vocali solo pochi settori, tra cui in testa troviamo:

  • Studi medici (dentisti, benessere, mangiar sano)
  • Il campo delle ristrutturazioni (casa, fai da te)
  • Avvocati penali

Entro il 2020 si stima una crescita del 50% delle ricerche vocali, per questo motivo bisogna prepararsi al cambiamento per non restare indietro. Vedremo insieme quali sono gli errori più comunemente commessi quando si parla di ricerche vocali e quali sono i valori su cui agire per evitarli.


 

Perché utilizzare le ricerche vocali?

E’ interessante il comportamento degli utenti che utilizzano più spesso le ricerche vocali.
Durante il giorno siamo presi da molte attività e, quando siamo di fretta, diamo vita allo scenario perfetto in cui entrano in gioco i comandi vocali: avere risultati smart.
Chi usa molto la ricerca vocale vuole una pronta risposta e questo si incastra perfettamente nelle “ricerche locali”, ovvero tutte quelle che svolgiamo con l’intento di avere informazioni su un Brand che si trova in un determinato luogo:

  • Il nome di un negozio
  • Un indirizzo o CAP
  • Numero di telefono
  • Orari di apertura o chiusura
  • Il sito web


Gli errori più comuni sono dovuti alle informazioni appena elencate
che, spesso, non offrono all’utente quei valori sperati. Per non incorrere in questi problemi dovrai specificare al meglio i dati utili ai bot, rendendoli a loro comprensibili e univoci.
Una parte, durante le ricerche, è svolta poi dagli assistenti virtuali. Siri, Cortana e simili aiutano i motori di ricerca!

Come ottimizzare il sito web?

Da diverso tempo si parla di web semantico, un modo per far capire ai crawler dei motori di ricerca, tramite alcuni parametri detti “meta-dati”, a cosa corrispondono per noi alcuni valori (nome del brand, indirizzo, numero di telefono ecc.), dando loro un significato.
Questi collegamenti permettono di non lasciare alla libera interpretazione dei bot le nostre pagine ma, durante la ricerca, di vederci restituiti esattamente i risultati che speriamo; un vantaggio per noi e per i crawler, che faranno meno fatica a capire il nostro intento di ricerca.
 

Quali sono i vantaggi di una Local SEO perfetta?

Chi non ha mai digitato nel motore di ricerca una query simile:

  • “Orario di apertura di …”
  • “Consegne a domicilio a …”
  • “B&B vicino a…”

sono tutti esempi di ricerche locali, in cui siamo chiaramente interessati ad attività e negozi che risiedono in una determinata zona (in prossimità della nostra posizione o di un luogo in cui siamo diretti).
Apparire tra i primi risultati della SERP, per questo tipo di ricerche, può fare la differenza. In questo caso le schede di Google My Business, Bing e Apple sono una fonte essenziale di informazioni su cui dovrai lavorare costantemente!

In conclusione se hai una attività locale non scordarti di testare periodicamente la SERP, utilizzando anche i comandi vocali dello smartphone! Non sa come attivarli? Ecco come abilitare la ricerca vocale su Android.

 


Vorresti nel tuo blog un articolo come questo?
Se stai cercando un copywriter freelance che scriva i tuoi contenuti contattami

 


 

Posizionamento SEO e Social media sono collegati?

Hai mai sentito parlare di “social signals” o ti sei mai chiesto quale impatto abbiano i social sul posizionamento del tuo sito web? Analizziamo più da vicino la questione.

La SEO ed i Social media

Iniziamo dicendo che non c’è una vera e propria corrispondenza tra social signals e posizionamento, ma i social possono comunque contribuire, vediamo come.
Se ci soffermiamo ad analizzare i motori di ricerca ed i loro risultati notiamo spesso che gli articoli che ottengono un buon numero di condivisioni, tanti like e che sono quindi “popolari” nei social media, tendono a posizionarsi nella parte alta della SERP. Un fenomeno tutt’altro che casuale. I motori di ricerca, Google in particolare, stanno molto attenti ad offrire ad i loro utenti contenuti di qualità. Per questo motivo spesso i post che ottengono molti share, like o retweet all’interno dei social media risultano – in molti casi – essere quelli “premiati” con le migliori posizioni tra i risultati dei motori di ricerca. E’ davvero tutto qui? Non esattamente…

Per un principio di Causa Effetto…

Il responsabile del nostro miglioramento tra i risultati dei motori di ricerca non è dovuto alle nostre attività sui social, è vero, ma gli effetti positivi dei social media sulla SEO li percepiamo per diverse ragioni tra cui:

  • La visibilità di un post porta traffico al sito web;
  • Più un articolo è di qualità più probabilità ha di ricevere link in ingresso.

I fattori appena visti, a differenza dei social signals veri e propri, aiutano in modo diretto e tangibile al posizionamento SEO del nostro portale online. Non dimentichiamo poi che le condivisioni sono utili a far prendere consapevolezza del nostro Brand, a generare leads e ad incrementare la vendita dei nostri prodotti o servizi.

Come ottenere condivisioni

Non è affatto facile come sembra fare in modo che un contenuto diventi “virale”. Non esiste purtroppo una formula universalmente valida da applicare in questi casi. Possiamo ottenere le condivisioni dei post sui social media in due modi: il primo si ha quando un utente decide di condividere il nostro post, in modo del tutto naturale e di sua spontanea iniziativa. L’altro metodo è la sponsorizzazione – ad esempio, su Facebook, tramite una campagna con obiettivo interazione – dei nostri articoli.
Il contenuto che offriamo al target di riferimento deve essere originale e di qualità, altrimenti non otterremo i risultati sperati. Soprattutto dopo l’avvento dell’algoritmo Google Panda i contenuti che si trovano sul nostro blog, se hanno duplicati online, non sono ben visti.
In che modo possiamo fare la differenza? Occorre non lasciare troppe variabili al caso! Tra le armi vincenti c’è l’avere sempre un buon piano editoriale, con articoli interessanti e che offrano un incentivo all’utente che è spinto alla loro condivisione (e-book gratuiti, infografiche, video, quiz ecc), e curare la comunicazione in base alle caratteristiche dei social che scegli di utilizzare.
Prestando un pizzico di attenzione e monitorando costantemente le attività online i risultati, ti assicuro, non tarderanno ad arrivare. L’importante è portare avanti una strategia integrata che preveda SEO e Social Media insieme.

 

Google Sandbox

la sandbox di google

Tutti quanti abbiamo avuto a che fare con un sito nuovo di zecca da posizionare online perciò sappiamo bene quanto sia, a volte, difficile farlo emergere. Scontrarsi con colossi che sono in piedi da sempre è una grande fatica; soprattutto per parole chiave che sono concorrenziali. Sandbox o non Sandbox è questo il problema!
Secondi alcuni esperti SEO la Sandbox di google non è affatto un fantasma ma è più reale di quanto si immagini. C’è di fatto però che Big G non ha mai dato notizie sulla sua esistenza quindi le considerazioni che faremo non sono ufficializzate dal noto colosso digitale.

sandbox

Cos’è la google sandbox?

Sandbox vuol dire “insabbiare” e quello che farebbe con i nuovi siti web Google è proprio questo. Supponiamo di avere un nuovo sito web, questo non è ancora entrato a far parte del database di Google. Non conoscendo molto sulla sua “attendibilità”, sulla periodicità dei suoi aggiornamenti, su che andamento o taglio andrà a seguire entrerà in gioco la sandbox. E’ come mettere in quarantena il sito, per un periodo più o meno breve, in attesa di capirci qualcosa. Davvero i crawler di google farebbero questo ad un sito web appena avviato?

Perché si pensa che esista una sandbox?

Rand Fishkin di Moz (noto tool utilizzato per la SEO), riteneva insieme ad altri che il suo sito fosse stato sottoposto, per molti mesi, alla google sandbox:

SEOmoz è finalmente privo di sandbox per la prima volta dal nostro passaggio a questo dominio 9 mesi fa

Sappiamo già che rispetto ad altri motori di ricerca google è molto più attento e selettivo nello scegliere i primi 10 post che appaiono in prima pagina. Se prendiamo ad esempio come punto di riferimento Bing, e monitoriamo alcuni siti web appena sfornati notiamo che i risultati rispetto Google sono diversi; non mostrano dunque alcuna penalizzazione. Questo è uno dei motivi che ha portato molti esperti SEO ad ipotizzare l’esistenza di un algoritmo sandbox di google.

Osservando i fattori che influenzano i google bot per un sito web appena avviato tra i più importanti dobbiamo elencare sicuramente questi 3:

    • Autorità del Dominio;
    • Mancanza di contenuti o di informazioni sulla periodicità con cui il sito li aggiorna;
    • Segnali da parte degli utenti.

Quanto durerebbe questo periodo di insabbiamento?

Abbiamo fin ora parlato di ipotesi dunque anche il periodo di sandbox, nel caso esistesse, si tratta di una ipotesi. Alcuni dicono qualche mese ma, a conti fatti, non è certo; potrebbero passare solo diverse settimane, mesi o addirittura anni prima di spuntarla. Ha senso questo algoritmo o questa serie di algoritmi? Sì, sai quanto google detesta notizie false, spam e siti di poco valore.
Per concludere ti lascio riflettere su una delle affermazioni di John Mueller – Webmaster Trends Analyst di Google:

Per quanto riguarda la sandbox, non abbiamo davvero questa sandbox tradizionale di cui un sacco di SEO erano soliti parlare negli anni passati. Abbiamo un certo numero di algoritmi che potrebbero sembrare simili, ma questi sono essenzialmente solo algoritmi che cercano di capire come il sito web si adatta al resto dei siti Web che cercano di classificare tali query.

Per ulteriori info e curiosità ti rimando al blog ufficiale di ahrefs che tratta in modo più approfondito l’argomento.

Guida SEO per principianti: 5 parte

guida seo parte 5

Siamo arrivati alla fine di questa mini guida introduttiva alla SEO e come ultimo argomento vedremo cos’è e come funziona il link building. I collegamenti ipertestuali o link permettono, agli utenti ed ai bot, di passare da un sito all’altro e di collegare i post – o altri contenuti -. Oltre allo spostamento fisico, da un sito/post all’altro, avevamo accennato al passaggio di rank e alla “link juice” dei siti nella 2 parte di “introduzione alla seo”.

Sempre a tal proposito avevamo chiarito l’importanza di utilizzare il “rel=nofollow” per non far disperdere il potenziale acquisito o più semplicemente, se abbiamo troppi link, per non farli sembrare artificiali o spammosi agli occhi dei bot.

Link Building: il tuo alleato

Costruire dei collegamenti all’interno dei nostri post è semplice ma quando si parla di tematiche come link building e scambio link con altri siti è tutto più difficile soprattutto all’inizio. Prima di capire che tecniche utilizzare partiamo dalla definizione di “anchor text“: la descrizione/frase/parola che accompagna il link.

ancora esempio guida seo 2017

L’ancora o archor text è un indicatore importante che descrive, prima ancora di effettuare un click, che tipo di pagina/argomento ci aspetta dopo aver cliccato – cioè seguendo quel collegamento. I motori di ricerca capiscono, in base all’ancora utilizzata nei link, di cosa il nostro sito tratta e per quali parole va a concorrere con gli altri.

I siti web, come avrai intuito guardando tool come MOZ e Majestic, hanno assegnati dei valori: una Domain Authority e una Page Authority . Questi servono a darci una stima di come i motori di ricerca percepiscono il sito.
In base poi alla bontà dei link che puntano al nostro sito vengono inoltre assegnati altri due valori: Citation Flow e Trust Flow. Il Citation Flow guarda la quantità di link / citazioni mentre la Trust misura la fiducia, ovvero la qualità del sito stesso; sempre secondo al tool che stai utilizzando.

 

Tecniche di link building: 7 step facili da cui iniziare

  1. Creare contenuti linkabili o facilmente condivisibili sui social e in altri blog
  2. Recensioni o testimonianze
  3. Linkare altri autori può esser un buon metodo per farsi linkare a propria volta
  4. Spiare i competitor per capire che strategia usano per il loro sito
  5. Infografiche, video e contenuti speciali fatti di tuo pugno
  6. Suggerire i propri post in sostituzione di link corrotti
  7. Contattare l’admin di una pagina/blog e proporre un tuo articolo

 

Spiare i competitor

I passaggi sopra elencati sono abbastanza intuitivi. Ti starai magari chiedendo come spiare i link in entrata dei tuoi competitor: punto 4. In realtà, a tal fine, sono sempre utili i tool come Moz, Majestic; oppure utilizzando le suite seo viste fin ora come SEMrush.
Utilizzando MOZ, ad esempio, ti basterà inserire l’URL del sito che vuoi spiare e, negli “inbound links”, troverai la lista dei siti indirizzati a quello che hai preso in esame.

 

Grazie per esser arrivato fino in fondo nella lettura di questa piccola guida introduttiva alla SEO – questo è tutto!
Alla prossima e Good Luck! ^^

Guida SEO per principianti: 4 parte

guida seo parte 4

Esperienza utente e SEO: due amici inseparabili

Iniziamo quest’articolo con una domanda: è possibile fare un sito user friendly che sia esteticamente bello ma senza concetti interessanti? Certo! E’ possibile ma non andrà lontano. Lo stesso accade rendendo il post appetibile e “bello” per i motori di ricerca ma non facilmente fruibile agli utenti. Morale della storia è che il sito deve avere il giusto equilibrio.

Una tecnica che ancora, purtroppo, capita spesso di vedere nei footer di diversi siti web è il cosiddetto Keystuffing cioè un’inondazione di parole chiave per farsi notare – ormai negativamente – dai bot dei motori di ricerca.
Come ormai avrai capito far SEO è un test per misurare la tua pazienza.
Se non sei paziente allora meglio optare per un approccio diverso, utilizzando la SEM, che offre risultati nel breve termine  – se non ricordi cos’è, ne avevamo parlato anche qui 😉
Procediamo ora chiarendo alcuni concetti che troverai spesso in giro per il web: User Interface (UI) e User Experience (UX).

Iniziamo dall’UX e diciamo subito che è legata ad “aspetti tecnici”: “come fare concretamente qualcosa?” – ad esempio che tecnologia utilizzare per lo sviluppo di un sito web oppure dove inserire i contenuti affinchè vengano correttamente visualizzati nei dispositivi mobili – ; tutta una serie di accortezze che rendono piacevole e agevole l’uso del sito all’utente. La UI invece è quella parte di UX che riguarda l’interfaccia utente.

E’ importante la UX ai fini SEO?

Una domanda banale, se sei stato attento; abbiamo già introdotto l’articolo dicendo che ovviamente è importante ma perchè? I trend della SEO cambiano velocemente e quest’evoluzione è legata ai nuovi algoritmi messi in campo per ottimizzare i motori di ricerca. Durante la carrellata di info su come funzionano i motori di ricerca abbiamo visto che ci sono delle penalizzazioni e delle best practice o linee guida da seguire. Big G tiene molto all’esperienza utente e puoi analizzare il tuo sito sotto questo punto di vista sfruttando questo semplice tool:

google insight tool seo

In genere le parti da migliorare vertono su:

  • attivazione della compressione gzip
  • utilizzo di immagini ottimizzate 
  • tempi di risposta dal server
  • ecc

Lanciando da qui una scansione del sito inserendone l’url otterremo i risultati per mobile e desktop. Non pensare che debbano necessariamente esser simili i risultati che otterrai: dipende molto dalla versione del layout in formato responsive ecc.

seo per principianti tool insight

Un altro ottimo strumento, analogo a quello appena visto è GTmetrix; te lo consiglio in particolare per verificare “i tempi” del tuo sito.

seo per principianti: gtmetrix tool speed

Ci siamo! Siamo quasi al termine di questo brevissimo “mini-corso” sulla SEO. Abbiamo visto tutto quello che può servirti per iniziare la search engine optimization del tuo sito. Il prossimo post sarà dunque l’ultimo e parleremo principalmente di link building.

Guida SEO per principianti: 3 parte

guida seo per principianti parte 3

Parole chiave per la SEO: Come trovarle?

Nell’articolo precedente abbiamo accennato a due strumenti importanti; il primo, Answer the public, ed il secondo: un tool che tutti conosciamo anche solo per sentito dire, Google AdWords. Esistono in realtà molti altri servizi che, offrendo un piano trial di prova e uno pagamento, permettono di monitorare le parole chiave e offrire statistiche dettagliate come ad esempio la All in One SEO Suite di SEMrush e, per rimanere sul made in Italy, SEOZoom.

Preferisco parlarti di strumenti free perchè per iniziare sono i migliori in quanto accessibili a tutti nell’immediato ma, per fare SEO di mestiere, dovrai molto probabilmente utilizzare strumenti come quelli di cui ti ho parlato un istante fa; nota che anche l’autocomplete di google è un ottimo spunto per capire le parole chiave più gettonate, quindi non sottovalutarlo:

 

Abbiamo visto che per trovare le Keyword – parole chiave da inserire – è importante capire l’intento di ricerca, se ricordi qui avevo fatto vari esempi. Prima di inserire su google o in Answerthepublic parole a caso chiediti dunque qual è la finalità di ciò che stai facendo. Inoltre c’è un’altra cosa che devi sapere: le query di ricerca sono moltissime e spesso troverai tantissima “competitività”:

Su google come vedi “parole chiave seo”, per esempio, produce circa 312.000 risultati! Non sono pochi e per questa ragione devi sapere che dovrai imparare a utilizzare correttamente la lunghezza della “keyword” – sentirai parlare di coda lunga e coda corta quando ci si riferisce a questo argomento – e tra breve scopriremo perchè.

Prima cerchiamo qualche spunto su possibili keyword per questa breve guida introduttiva al seo e, ad esempio, potrei prendere spunto dai suggerimenti del tool nominato prima, scrivendo “seo guida”, e premendo invio avrò:

guida-seo-per-principianti 2017

 

Potrei prendere in considerazione questi suggerimenti. Alcune frasi sono articolate e molto lunghe altre più brevi. Come ci orientiamo? Visto che gli esempi sono meglio delle parole in molti casi, ho trovato un’immagine che al tempo mi chiarì le idee – è offerta da Mangools – e spero faccia al caso tuo:

 

Un alto volume di ricerca per “pizza”, che è una parola molto generica, come key trova un Low Engagement; quindi non restare sul generico, cerca di posizionarti con parole che siano medio – lunghe; dal grafico nascono cosi i i nomi di coda lunga e coda corta.

Ora dovresti aver chiaro che:

  • l’intento di ricerca è importante
  • devi avere in mente un target da raggiungere
  • nelle key è meglio evitare parole troppo generiche e dispersive
  • answerthepublic e autocomplete di google stesso possono darti spunti utili

A proposito di spunti per articoli e argomenti: su questi siti potresti aiutarti ad individuare il tuo target di riferimento:

  • Reddit
  • Quora – che da qualche mese è disponibile anche in italiano – qui il mio profilo ad esempio
  • Social network
  • Nei forum relativi al tuo settore…

 

Come inseriamo le parole chiave trovate?

CMS: WordPress e Yoast

Yoast è un bel plugin ma prima di parlarne è doveroso avvertirti che, se vuoi esser un fuori classe, non devi basarti ciecamente solo su quelli che sono gli standard dettati dalle statistiche che vedi in giro sul web.

semafori di yoast si o no?

 

I semafori di Yoast hanno creato scompiglio tra clienti e esperti del settore. Ma non solo, questo plugin vedrai ti offrirà una serie di indicazioni, anche numeriche sui testi ad esempio che sono standard noti; ottenuti da statistiche effettuate al fine di aiutarci.

Sperimenta sempre la soluzione migliore per te in base ai risultati che ottieni. Il seo è flessibile, devi esserlo anche tu! Con questo che voglio dire? Come ha fatto di recente notare Giorgio Taverniti, spesso i plugin sono fuorvianti; non esiste una lunghezza effettivamente utile lato seo, per gli articoli – ma yoast ti darà come riferimento un numero: 300 parole raccomandate.

Nella maggior parte dei casi potrebbero anche andare bene ma ragiona: davvero google tiene presente per ogni articolo il numero delle parole secondo te?
Yoast è ottimo per iniziare ma ricorda di andare oltre gli schemi e non fermarti all’apparenza.

Dopo questa doverosa premessa installa nel tuo CMS la versione di yoast per Wordpress. Una volta attivato, nella “pagine/articoli” avrai una schermata simile a questa in figura. Ora puoi cominciare a sperimentare le tue parole chiave e modificare i contenuti in base a ciò a cui abbiamo fatto riferimento fino a questo punto.

 

guida seo principianti

CODICE PURO

Va fatto un altro appunto. Visualizzando il codice di una pagina web, tra i tag, troveremo quanto inserito sopra con yoast o, se te la senti e conosci il codice HTML, potresti prendere in considerazione di fare qualche prova e inserire nell’head i tag title e meta description come ti mostro qui.html e seo: title e meta description

Il prossimo articolo è il penultimo, e l’argomento cardine sarà l’usabilità quindi UI/UX. Stay tuned!

Guida SEO per principianti: 2 parte

ricerca delle parole chiavi introduzione

Motori di ricerca e navigazione

Nelle puntate precedenti: abbiamo visto rapidamente come si comportano i motori di ricerca; in base ad ogni parola chiave da noi inserita si pongono la domanda: “Cosa si aspetta di trovare?” ; interpretano i “nostri intenti” mostrandoli nei risultati.

La serp è la pagina che visualizziamo a ricerca effettuata: ogni sito presente lì ha la forma di “snippet”. Quando il SEO rispetta un’etica e non usa “scorciatoie” – che potrebbero compromettere il sito agli occhi di Big G – si parla di White-hat; e punteremo a quello…giusto?!
Oggi prendiamo in considerazione più dettagliatamente i fattori che “fanno ranking”. Cioè i parametri che permettono al sito di emergere dalla marea di siti contendenti. Vedremo le parole chiave ed i tools per scovarle e, come già anticipato, cos’è il “follow” e il “nofollow”. Pronti? Via

 

L’intento di ricerca

Esistono 3 tipologie di intenti di ricerca:

  • Informativa
  • Navigazione
  • Transazionale

Ti dirò, non è facile individuare quella corretta perché spesso nei nostri “piani” di ricerca cadiamo in almeno due di queste categorie. Partiamo da una query che denota una ricerca informativa:
raffreddore search-intentcapitale della svezia-search-intent

Navigazionale
invece presuppone che tu sappia già cosa vuoi ottenere dalla ricerca. Ad esempio il sito di un brand o che offre contenuti che già in parte conosci e vuoi approfondire; come argomenti storici o di una determinata branca di tuo interesse ecc:

wikipedia-search-intent

Transazionale
, come il termine stesso suggerisce, hai in mente di effettuare un acquisto:
scarpe-nike-search-intenthotel-londra-search-intent

 

Quali sono i fattori che influenzano il ranking?

Secondo un sito autorevole in questo settore, quale è backlinko, alcuni dei fattori che Big G tiene in considerazione, quando i suoi bot scansionano il sito con l’intento di creare un “indice”, sono elencati qui. Volendo raggruppare i fattori in macro aree vediamo che hanno valenza i parametri che riguardano:

  • dominio host
  • livello delle pagine
  • livello del sito
  • backlink
  • interazione utente
  • social
  • brand
  • fattori on page
  • fattori off page


Brevemente:

Tieni presente che il tuo sito web deve esser su un web hosting che sia veloce a rispondere alle richieste di visualizzazione di una pagina a cui i browser vogliono accedere. Anche l’utente vuole, soprattutto da mobile, una pagina chiara e facilmente caricabile dal proprio device. Con questo intendo che devi presentare bene sia i contenuti che eventuali pulsanti/pop-up; che non devono sovrapporsi ne esser scomodi da chiudere/aprire.

Se non prendi i dovuti accorgimenti per migliorare l’ “esperienza utente” e l’ “usabilità del sito”chi accede ai tuoi post -anche se sono fantastici – scapperà via! Occhio poi a non caricare immagini non ottimizzate: ci sono diversi servizi online in cui comprimerle o, se utilizzi photoshop, ricorda di utilizzare salva per il web. Quando effettui l’upload delle immagini su wordpress ricorda di inserire una descrizione nell’ALT-Text; questo aiuterà quando l’immagine non può esser visualizzata, a capire cosa era presente in quello spazio, e nei software di lettura automatica dei testi.

Più link “di qualità” hai che portano al tuo sito migliore sarà il tuo “livello” o rank – far diventare il tuo sito autorevole richiede impegno: col tempo acquisterà punti ma le visite che ottieni sono fondamentali; non usare scorciatoie se puoi. I social aiutano a espandere il bacino utenti, condividi tenendo presente la natura dei social che usi: in pinterest e instagram fai risaltare i contenuti visuali – facebook, youtube e di recente linkedin, magari condividi articoli e video.

Prendi d’esempio quando scrivi i tuoi contenuti i libri: il titolo è rilevante giusto? usa i tag corretti in ogni parte, rispettando una scaletta:

esempio di come usare tag html testi seo

Presi i dovuti accorgimenti, di cui sopra, utilizziamo un tool di Google che ci viene in aiuto per capire cosa ottimizzare nei nostri siti web; lo strumento in questione è pagespeed insights.

 

Follow o noFollow? Che differenza c’è?

Tempo fa esisteva una scala di valori da 0 a 10, tanto amata da noi webmaster, da scalare. Era relativa ai link d’ingresso che un sito riusciva ad ottenere da altri siti; più link d’ingresso c’erano maggiore era la “valenza” del nostro sito. Ora questo punteggio ci viene dato in modo approssimativo tramite società che si occupano di effettuare monitoraggi e statistiche sui siti web; vedremo prossimamente majestic e moz per esempio.

Purtroppo molti utilizzavano affiliazioni a siti fittizi per scambio link, al fine di incrementare quel valore; con directory che non servivano ad altro. Quando i motori di ricerca hanno perfezionato i loro bot, le directory hanno perso valenza e quindi la loro “raison d’etre”, finendo nel dimenticatoio o addirittura a scomparire.
Perché questa digressione ti starai chiedendo. Semplice, i link erano di tipo follow e quindi i bot li seguivano e attribuivano “punteggio” senza porsi troppe domande. Ora non funziona più cosi! Non si guarda alla quantità di link entranti al nostro sito, ma alla loro qualità ed attinenza col nostro settore. Se ricevi tanti link ma di siti non attinenti al settore in cui operi, anche se il sito che linka è “autorevole”, avrai un punteggio basso.

Allora se ottengo link nofollow? Non è detto che non vengano presi in considerazione dai bot ma non hanno valenza seo! Ti ricordo che i bot sappiamo come operano ma solo a grandi linee – una parte dei loro comportamenti è nota solo ai produttori; in più trovo che sono utili “alle persone”, non credi?
Il rank distribuito viene detto anche link juice, se senti questo termine immagina qualcosa di questo tipo:

link-juice-immagine-follow-nofollow

Come capire se un link è follow o no?

Quando inserisci un link l’attributo “rel” ti permette di specificare i parametri di cui abbiamo parlato. Quando commenti sui social nei siti ecc, nota ispezionando il “sorgente della pagina” tramite il tuo browser che di default è impostato noFollow.

esempio-codice-noFollowQuesto per evitare spam o di disperdere troppo ranking ad esempio. Puoi nei CMS scaricare un plugin e impostare per ogni pagina/articolo/commenti se vuoi utilizzare o no rel=”follow”; attenzione ricordati dell’immagine sopra 😉

 

Come funzionano Majestic e Moz?

Majestic e MOZ sono dei siti molto utili per monitorare la seo del tuo portale ed offrono in particolare un valido aiuto nel capire: autorevolezza, backlink e analisi delle anchor text. Essendo strumenti simili ti parlerò brevemente di MOZ OSE – open site explorer. Offre sia un piano a pagamento che un servizio di analisi del sitoweb free: 3 url da analizzare al giorno.

Ovviamente la versione gratuita è più limitata ma per iniziare va più che bene. Tieni sott’occhio dunque i parametri: autorità dominio e autorità della pagina.

autorità dominio e pagina di moz ose

Il primo serve a darci un’idea dell’impatto del dominio e il secondo di quello della pagina; in più tra i backlink che vengono dati troverai anche un info utile per le penalizzazioni: lo spam score, qui info approfondite.

Perchè google adotta penalizzazioni? Big G tiene molto a non esser “preso in giro” e offrire contenuti di qualità ai suoi utenti, se fai il furbo, non rispetti le istruzioni per i webmaster/linee prima o poi lo capirà. Lo spam score ti aiuta a capire se sei a rischio di penalizzazione in base a diversi fattori che MOZ OSE prende in considerazione.

Dove cerco le parole chiave per il mio sito?

Vengono in aiuto diversi tool e se stai pensando a google adword hai fatto bingo. Troverai una marea di informazioni su come utilizzarlo ma fai attenzione che: il costo o altri elementi li presenti sono per la SEM – search engine marketing – quindi annunci a pagamento. Preferisco parlarti, ad esempio, di answer the public.

interfaccia di answer the public 2017


Inserisci una “parola”
e avrai una rosa di suggerimenti utili tra cui scegliere la parola chiave più utile ai fini della seo. Per oggi è tutto nella prossima lezione vedremo subito come scegliere tra le parole chiave date da answer the public e, confrontandole con quelle suggerite dal motore di ricerca stesso, capiremo dove inserirle nel sito – che sia gestito con un CMS o no!

Answer the public non è l’unica risorsa a tua disposizione, un’altra suite che puoi utilizzare stavolta per tutto quello che riguarda la SEO è SemRush. Uno strumento professionale di online marketing dalle innumerevoli funzioni. Puoi provarla gratuitamente cliccando sul banner di seguito. Avrai modo di vedere come funziona seguendo i miei prossimi post dedicati al suo utilizzo!


SEMrush

 

Se la guida è stata di tuo gradimento: condividi! A presto 😉

Guida SEO per principianti: 1 parte

corso seo principianti parte 1

Ottimizzare un sito web per i motori di ricerca è l’intento di chi si occupa di SEO. Queste ottimizzazioni ti permettono di posizionarti al meglio tra i risultati che l’utente ricerca online con i motori di ricerca. Conquistare o mantenere un buon posizionamento ha come beneficio di far notare, da più utenti, la tua attività ma, ricorda, è solo una parte di quello che è realmente la SEO – Search engine optimization.

Chi non si è mai imbattuto nel termine SEO?

Dall’imprenditore che vuole occuparsi della propria presenza online all’utente che naviga sul web. Tutti hanno sentito parlare, almeno una volta, di SEO! In questa breve guida composta da 5 articoli parleremo di molti argomenti tra cui: come google sceglie un sito da mostrare in prima pagina, quali sono i fattori di posizionamento, come individuare le parole chiavi del tuo sito, perché è importante avere link in ingresso da altri siti e altro ancora. Se vuoi sapere come ottimizzare il tuo sito web o come fare seo su  wordpress, non ti resta che continuare a leggere.

L’intento di ricerca e le Keywords

Quando abbiamo dei punti interrogativi ormai l’impulso comune è accedere ad internet e digitare sul browser, nel motore di ricerca preferito – es. google o bing – la “parola chiave” da cercare.
search intent nella ricerca
Possiamo dire che quello che ci aspettiamo di trovare è stato pensato in modo da soddisfare ciò che in gergo si chiama “intento di ricerca”. La SEO – search engine optimization – serve a tradurre le nostre ricerche, ottimizzandole, per gli “spider” al fine di soddisfare i nostri search intent al meglio. Nel prossimo articolo vedremo in dettaglio come strutturarlo. 

 

Cos’è la SERP?

corso seo 2017: i bot

I contenuti dei siti web sono estremamente importanti e vengono scritti per esser letti al meglio dagli utenti. Accanto a tutto ciò, il compito di chi si occupa di SEO, è quello di permettere al sito di emergere dalla marea di argomenti simili presenti su internet. Tutto qui?  Beh no, questo vuol dire incrociare il contenuto dell’articolo di un determinato sito, a quello che l’utente si aspetta di trovare con la sua ricerca; non è semplice ma vedremo come fare nel dettaglio più avanti.

Prima abbiamo visto il termine spider, non fa riferimento al fan club di spider man! Internet però possiamo vederla come una enorme ragnatela quindi, se hai pensato a questo, ben fatto! Gli spider detti anche “crawler” o “bot” sono degli algoritmi che scansionano i siti col compito di produrre un indicevisibile in serp, nel tuo display – sotto forma di elenco dei risultati a ricerca terminata; ognuno di quei risultati avrà una URL, un titolo e una descrizione – detta snippet.

 

Più avanti vedremo l’anatomia di uno snippet ma nel frattempo spieghiamo l’immagine sopra.

  • Dove notiamo la scritta “Position zero“:
    nella SEO la position zero è molto ambita. Perchè? E’ il risultato che appare prima di tutto e che dovrebbe rispondere al tuo interrogativo di ricerca. In genere appare qui l’articolo che Big G vuole premiare – per attinenza di informazioni – estraendone automaticamente una parte dal sito.
  • Nello snippet invece potremo identificare – se c’è la scritta “Ann.” – gli annunci a pagamento [SEM – search engine marketing] oppure i risultati organici a cui ci si arriva col posizionamento SEO.

Non tutti i parametri presi in considerazione da google e gli altri motori sono noti, quindi a risultati fatti sapremo dove siamo posizionati, e nessuno può prevedere o prometterti il primo posto!

 

White hat e Black Hat

Quando senti parlare di white-hat seo ci si riferisce a best practice da applicare per far emergere il sito web; cosa che non avviene nel secondo caso: Il black-hat tende a trovare degli escamotage per posizionare il sito, più velocemente, nei primi posti della SERP; è rischiosa come tecnica perchè si può incorrere in penalizzazioni – che fanno sprofondare il sito in ultima pagina.

 

Anatomia dello Snippet

snippet ricerca

I risultati delle nostre ricerche vengono mostrati sul browser con 3 parti essenziali: Titolo, URL di destinazione ed una descrizione. Più avanti vedremo nel dettaglio come scrivere queste informazioni, al momento serve memorizzare bene le parti in rosso: meta title ovvero il titolo – che deve esser il più possibile accattivante per attrarre l’utente nel sito – e la meta description – che aiuterà a dare un’anteprima dell’argomento del post trovato. Su wordpress ed in altri CMS è possibile con dei plugin come Yoast, modificare meta title e description, che altrimenti vanno modificati a mano.

Il motore di ricerca, se semplifichiamo un po’ le cose, è un’enorme indice di quella che è una enciclopedia mondiale di siti. I bot infatti scansionano ogni contenuto saltando da un sito all’altro, tramite i collegamenti ipertestuali, e aggiornano di volta in volta questi indici.

Accedendo a google ci troviamo dentro un enorme aeroporto. Facciamo scali in diverse aree del web, collegate attraverso gli URL, per poi fermarci in una pagina che ci aggrada. Non trovi che questo meccanismo sia affascinante?
Detto questo i prossimi argomenti trattati saranno leggermente più pratici, e riguarderanno appunto:

  • l’intento di ricerca;
  • follow o no follow… è questo il problema;
  • la scelta delle parole chiave per ottimizzare i siti ed i fattori che vengono presi in considerazione dai motori di ricerca – influenzandoli nel posizionamento;
  • i tools più gettonati per wordpress – e non solo.

Per il momento è tutto, se sei arrivato fin qui hai tutte nozioni base che servono per affrontare questo mini corso! Spero che questa introduzione alla SEO per principianti abbia fatto chiarezza per quanto riguarda, in linea generale, il posizionamento e la SEO. Se questo articolo ti è stato utile condividi e seguimi nel prossimo che parlerà dell’intento di ricerca e dei fattori di ranking